UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Anche la scienza sia strada per la pace»

In una lettera al vescovo di Teramo Lorenzo Leuzzi, il Papa chiede che «la carità intellettuale non resti chiusa nei laboratori o tra gli addetti ai lavori»
2 Luglio 2023

«Nella verità e nella carità è la via della pace», e «una ricerca illuminata della verità nella carità» porrà «sempre più solide fondamenta per la costruzione di una società pacifica perché armonicamente ordinata al suo fine, nel rispetto della persona e nella grata corrispondenza ai doni di Dio». È un messaggio forte quello che papa Francesco ha rivolto al secondo Meeting Internazionale “La Scienza per la Pace” promosso dalla diocesi di Teramo-Atri guidata da monsignor Lorenzo Leuzzi e dall’Università degli Studi di Teramo in collaborazione con la Pontificia Accademia delle Scienze, il ministero dell’Università e della ricerca, i laboratori nazionali del Gran Sasso-Infn, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e il Comitato di coordinamento regionale delle Università Abruzzesi.

L’evento si inserisce nell’ambito dell’Anno Berardiano - che si protrarrà fino al prossimo 19 dicembre - indetto dal vescovo Leuzzi in occasione del IX centenario della morte di san Berardo, monaco benedettino, presule e patrono del capoluogo aprutino. La sua «testimonianza di dedizione evangelica e di afflato pastorale - scrive Francesco - è l’eredità più bella a Voi lasciata» In continuità con la prima edizione del 2021, Il Meeting di quest’anno affronta il tema del metodo scientifico da sviluppare in tutti gli ambiti della ricerca e la cui condivisione, da parte degli uomini e delle donne di scienza, si profila come via privilegiata per costruire la pace e promuovere lo sviluppo dei popoli: tema più che mai attuale davanti ai recenti sviluppi del conflitto che sta insanguinando l’Ucraina.

Nel suo Messaggio a monsignor Leuzzi papa Francesco ricorda la «carità intellettuale» secondo il beato Antonio Rosmini e insiste sulla necessità di «contribuire all’incremento di una solida cultura» come auspicato da san Paolo VI. «Nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, scrive ancora Pontefice - la carità intellettuale non può essere rinchiusa nei recinti dei Centri di ricerca o riservata solo agli “addetti ai lavori”, ma deve animare e sostenere la costruzione di una rinnovata prossimità, come ho indicato nell’enciclica Fratelli tutti (cfr. nn. 3-4)». Di qui l’auspicio che «quanti sono coinvolti nell’investigazione scientifica scoprano la responsabilità storica del loro impegno nei diversi ambiti del sapere, superando la tentazione di isolarsi in sfere particolari, per promuovere una nuova cultura della conoscenza». Tra i relatori previsti nella due giorni teramana figurano, assieme a numerosi scienziati provenienti da realtà accademiche di tutto il mondo, Maria Chiara Carrozza (presidente del Cnr), Antonio Zoccoli (presidente dell'Infn), Teodoro Valente (presidente dell'Agenzia spaziale italiana), Carlo Doglioni (presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e Marco Tavani (presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica). In collegamento i saluti del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Tra i primi ad intervenire nella mattinata di ieri è stato monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze che ha affrontato il tema “Nuovi discepoli della conoscenza: il metodo scientifico nel cambiamento d’epoca”. Al termine della sua lectio ha ricordato che rivolgendosi agli scienziati e alle autorità accademiche riunite nel 2021 per la prima edizione del Meeting, papa Francesco aveva affermato che «nessun sapere scientifico deve camminare da solo e sentirsi autosufficiente». Pur riconoscendo la legittimità delle diverse specializzazioni, circa la pluralità dei saperi il Pontefice dichiarava che «contribuiscono a far crescere una nuova cultura capace di costruire la società promuovendo la dignità e lo sviluppo di ogni uomo e di ogni donna». Per monsignor Viganò «si tratta di una visione illuminante» che porta ad esprimere l’auspicio «che tutti possano diventare annunciatori della meraviglia che suscita la conoscenza mediante la contemplazione e lo studio del reale, nutrendo la curiosità intellettuale, ascoltando gli interrogativi spirituali profondi ed educando in tale orizzonte le nuove generazioni».

Gianni Cardinale

Avvenire, 1 luglio 2023