I progetti di alternanza scuola–lavoro passano anche dagli oratori. È il caso della parrocchia romana di San Mattia, a Talenti. In questa settimana, infatti, è stata firmata la terza convenzione tra il liceo scientifico statale “Nomentano” di via della Bufalotta e la parrocchia guidata da don Attilio Nostro, insegnante di religione nello stesso istituto. Un esempio concreto delle cosiddette “buone pratiche” scolastiche che intende mettere i ragazzi al centro di servizi socio– educativi rendendoli protagonisti. Per due settimane, da martedì 26 dicembre a venerdì 5 gennaio 2018, gli studenti delle classi III e IV saranno impegnati la mattina dalle 8 alle 14, o il pomeriggio dalle 14 alle 17, nel progetto “Natale ragazzi” dell’oratorio intitolato al celebre campione Gino Bartali (rivolto ai bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media). Progetto che non vuole ridursi ad un mero intrattenimento durante le vacanze natalizie ma diventare un’occasione educativa e di crescita personale.
Prima dell’avvio dell’oratorio invernale gli studenti parteciperanno a quattro incontri di formazione, per un totale di dieci ore, durante i quali impareranno, tra l’altro, le nozioni base sulla sicurezza, l’animazione, la didattica e la tecnica della conduzione di un gruppo. Per quindici giorni poi porteranno il loro contributo nella biblioteca dell’oratorio, appronteranno attività di cineforum e ludico ricreative, faranno doposcuola ai bambini più piccoli dando così vita anche ad un dialogo e ad un confronto tra generazioni, il tutto «per un utilizzo responsabile del tempo libero», come è spiegato nella convenzione. Don Attilio è docente al “Nomentano” da quattro anni, gli sono state assegnate quattro classi e «sono pochissimi quelli che chiedono di essere esonerati» dalla sua ora.
Per gli studenti è l’occasione di meditare e discutere insieme al sacerdote non solo sulle altre materie oggetto di studio ma anche su aspetti di educazione civica, «materia scomparsa dai programmi scolastici e di cui i ragazzi avvertono la mancanza», e su tante altre tematiche quali la diversità sociale, culturale, religiosa. Per don Attilio è fondamentale dare ai giovani la possibilità di essere ascoltati, di esprimersi liberamente e di ragionare sulla realtà che li circonda, per questo in classe li fa sentire interpreti principali in dialoghi e discorsi e, con il ragionamento, li porta a maturare un’idea personale. «Con le quinte classi – spiega – affrontiamo temi esistenziali, filosofici, perché cercano il senso della vita e si dimostrano molto interessati perché sono coinvolti in prima persona. Capiscono che non si tratta di un indottrinamento ma di una prassi assolutamente virtuosa e percepiscono una cura nell’insegnamento della religione cattolica, per certi versi l’unica occasione che viene offerta loro a scuola per ragionare e mettersi in discussione perché, escluse materie come filosofia e storia, non viene chiesto loro di avere un senso critico. Per loro è fondamentale essere accolti in questa delicata fase della crescita».
Gli studenti sono inoltre coinvolti in un servizio attivo di carità. Ogni giovedì, guidati dall’altra insegnante di religione, Paola Lo Russo, svolgono servizio di volontariato nelle mense Caritas di Villa Glori e della stazione Termini.
Roberta Pumpo
Roma Sette, 12 novembre 2017