Nelle ultime settimane l’Università italiana è tornata spesso all’attenzione dei media. Le ragioni si devono soprattutto all’annunciata astensione dei docenti da una seduta di esami nella sessione autunnale. Sono diverse le questioni aperte nel mondo accademico. Su tutte fa il punto un comunicato dell’Associazione Italiana Docenti Universitari (AIDU).
Tali questioni – scrivono – “sono semplicemente corollari di un più vasto problema che investe il sistema universitario nel suo complesso. Il fatto è che da anni l’insieme del Paese non ha avuto più fiducia nella nostra Accademia: vi hanno contribuito le responsabilità politiche della situazione drammatica dell’Università a metà degli anni ’90, gli atteggiamenti e le decisioni dei vari governi che si sono succeduti con un decennio compulsivo di riforme in parte incomplete e contradditorie”.
Davanti a questo quadro, che fare? L’AIDU indica alcune linee di azione, sottolineando che “la vicenda economica (scatti periodici dello stipendio non attribuiti, competenze economiche non riconosciute, arretrati non recuperati) non è la sola. Essa è semmai appena la punta di un iceberg ben più corposo che non emerge, che sta sotto a ciò che affiora: non si dà al sistema universitario il ruolo che gli appartiene e gli si negano risorse strumentali per fare ricerca e didattica, A questo riguardo non sono da tacere i comportamenti a volte corporativi dei docenti nell’istituzione universitaria”.
“Vi è un altro aspetto – continua il comunicato – che come AIDU vorremmo richiamare: la necessità di una maggiore relazionalità ai diversi livelli, cioè fra gli studenti, fra i docenti, fra il personale tecnico-amministrativo, fra gli atenei ed il MIUR e comunque fra tutti questi messi insieme. In pari tempo occorre un richiamo forte per recuperare un carattere fondamentale tipico della natura di una Università: la sua funzione di orientamento allo studio ed alla professione, al lavoro ed al servizio verso la società. In tal senso il prossimo Convegno Nazionale Interassociativo dell’AIDU, previsto per il 17 novembre prossimo, intenderà sottoporre ad un’analisi attenta la situazione presente per immaginare e realizzare un futuro diverso e per non assuefarsi all’esistente, coltivando anche l’utopia di un’Università diversa e di una società migliore”.