UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Coinvolgere le emozioni, così suscitiamo stupore

La narrazione è uno strumento indispensabile per la costruzione di significati e lo sviluppo del pensiero critico nei ragazzi
30 Ottobre 2023

Ogni giorno entro in classe con la convinzione di avere una grande fortuna: quella di essere insegnante di una “disciplina” stupenda come la religione cattolica. E sempre provo a entrare in sintonia con ogni alunno e con ogni singolo gruppo classe cercando di instaurare quella relazione educativa positiva che permette ai bambini di sentirsi accolti e motivati. Lo scopo è suscitare in loro la curiosità, l’aspettativa e l’interesse rendendoli attori e protagonisti del processo di apprendimento. Le emozioni così originate facilitano anche la comprensione dei contenuti, perché comunicano sorpresa, entusiasmo e desiderio di sapere. E quando gli argomenti diventano difficili e importanti si possono raccontare.

Narrare un testo biblico infatti offre agli alunni la possibilità di usare un canale diverso dagli strumenti massmediali e social, che soffocano la loro capacità di immaginazione e di rielaborazione, ed è quindi uno strumento indispensabile per la costruzione di significati e lo sviluppo del loro pensiero critico. Ripercorrendo la storia della salvezza si possono evidenziare sentimenti e aspetti emozionali che fanno parte del vissuto di ognuno: amicizia, fiducia, attesa, stupore, perdono, speranza, gratitudine, condivisione.

Un ruolo significativo per apprezzare il “bello”, per creare stupore è dato dall’analisi di opere d’arte che aiutano i ragazzi a comprendere più profondamente i testi, a fissare nella memoria i personaggi e i fatti proposti, portandoli a una comparazione con le riflessioni degli artisti su Gesù. È un ottimo approfondimento culturale, usa un linguaggio inclusivo, facilita un approccio multidisciplinare, trasmette messaggi, coinvolge emotivamente, permette di comprendere elementi simbolici.

Infine è bello far conoscere la figura di Gesù, che è sempre affascinante, attuale e parla a tutti: è Lui la “freschezza che sorprende”. Nel centenario della nascita, rubo una frase a don Lorenzo Milani: «Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola».

Roberta Bazzi, Insegnante di Religione cattolica nella scuola primaria - Diocesi di Torino

Avvenire, 24 ottobre 2023