UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Rischiare proposte forti e coraggiose, con intraprendenza e intelligenza

La conclusione del convegno Scuola e Irc con le relazioni di don Riccardo Pincerato e di S.E. mons. Claudio Giuliodori
18 Aprile 2024

“La pastorale giovanile è composta da tutti coloro che si prendono cura dell’educare e dell’educazione delle nuove generazioni nei propri territori”, ha dichiarato don Riccardo Pincerato, Responsabile del Servizio Nazionale della CEI per la pastorale giovanile, nell’aprire l’ultima giornata del Convegno nazionale degli uffici per la pastorale della scuola e dell’Irc. “Per questo”, ha continuato Don Riccardo, “vi sono molti punti che ci uniscono alla pastorale della scuola e agli insegnanti di religione. Il primo punto di contatto è la credibilità, sia come testimoni di fede, che di vita, per cui siamo chiamati a rendere ragione della fede che è in noi. Il secondo elemento è quello dell’educabilità, ovvero la consapevolezza che il giovane può insegnarci dandoci uno scorcio di fede, di chiesa, e che egli non è un vaso da plasmare, ma un volto che c’interpella. Infine: “La necessità di umanizzare l’umano, ovvero non dare per scontato che tutto quanto deriva dall’uomo sia buono in sé, ma va esplicitato”.

“I giovani oggi sono in minoranza”, ha concluso il Responsabile del Servizio Nazionale della CEI per la pastorale giovanile, “occorre allora raccogliere la loro voce, anche se incerta, o stentata, farsene carico in ogni contesto e diventare, parrocchia e scuola insieme, una comunità di testimoni. Una rete basata sull’appartenenza, capace di dare ai giovani la possibilità di scoprire chi sono e, soprattutto, aiutarli a comprendere chi vorranno essere”.

La parte centrale della mattinata conclusiva è poi proseguita con la relazione di S.E. mons. Claudio Giuliodori. Il Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della CEI, ha citato nel suo esordio l’iniziativa di Papa Francesco Scholas Occurentes e l’esperienza della GMG di Lisbona, partecipata oltre ogni aspettativa, per evidenziare l’importanza di: “Rischiare proposte forti e coraggiose, con intraprendenza e intelligenza, per uscire dal nostro perimetro educativo che troppo spesso si declina nel conservare e difendere posizioni acquisite per non perderle”. Un’evoluzione che implica necessariamente “un aggiornamento dello sguardo da parte degli educatori che riesca a superare l’insoddisfazione personale e vedere nell’inquietudine e nelle domande sofferte dei giovani una risorsa”.

Mons. Giuliodori ha quindi ripreso il discorso del Papa all’Università cattolica del Portogallo-Lisbona (3 agosto 2023) per richiamare “l’urgenza di portare sempre più i ragazzi all’interno di una corresponsabilità rispetto alla grande questione antropologica, rendendoli protagonisti di un atteggiamento che possa portare novità rispetto alle grandi sfide sociali, climatiche, politiche ed economiche che c’interpellano quotidianamente”.

Da ultimo, ha citato l’Esortazione apostolica post sinodale Christus vivit, per delineare le sfide per l’educazione e la scuola più urgenti: “Rilanciare il patto educativo globale, sviluppare alleanze e reti educative, attuare libertà di educazione e diritto allo studio, realizzare un’effettiva parità per famiglie, studenti e personale”. Indicazioni da vivere e praticare: “Nella luce della presenza reale e sacramentale di Cristo richiamata proprio dall’episodio di Emmaus citato dal titolo del convegno. Una presenza che fa la differenza per quella reale conversione in tutti gli ambiti auspicata dal cammino Sinodale”.

Infine, il prof. Ernesto Diaco, direttore degli uffici Unesu e Irc, ha congedato i partecipanti con la consapevolezza acquisita anche in questi giorni che la via maestra da seguire sia quella di “una pastorale per la scuola pensata, corale, diversificata, fuori dai consueti canali e non di una pastorale della Chiesa calata nella scuola”. In altre parole: “Adottare un cambiamento di narrazione del servizio dell’Irc, insistendo sul modello di alleanza educativa da esso rappresentato, per farsi prossimi ai giovani senza nessun intento di proselitismo ma con il fine profondamente educativo di portarli nel mondo degli adulti”.