UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scommettere sulla libertà nella responsabilità

L’intervento dell’insegnante e scrittore Marco Erba al Convegno nazionale degli Uffici diocesani per la pastorale della scuola e l’IRC
16 Aprile 2024

“Se è vero ciò che diceva Primo Levi nel libro Cristo si è fermato ad Eboli la nostra è una zona un po’ periferica ma, come dice Papa Francesco, occorre rimettere al centro le periferie, e l’incontro di oggi senza dubbio viene incontro a quest’esigenza”, ha dichiarato Don Pierluigi Nastri, collaboratore del direttore dell’ufficio diocesano per la scuola della diocesi  di Salerno Don Leandro Dincicco, di cui ha portato il saluto in apertura dei lavori del Convegno nazionale degli uffici per la pastorale della scuola e dell’Irc. Appuntamento quest’anno in programma nella cittadina campana dal 15 al 17 aprile, che ha scelto come riferimento tematico il titolo “Si avvicinò e camminava con loro”.

“Un titolo” ha proseguito Ernesto Diaco, direttore degli uffici Unesu e Irc, “che riporta all’episodio dei discepoli di Emmaus e che è stato posto dalla Chiesa italiana al centro dell’esperienza sinodale e, allo stesso tempo, pane quotidiano per gli insegnanti che ogni giorno camminano affianco agli studenti nel loro cammino educativo”. Ma come accostarsi a questo percorso in modo efficace? Lo ha suggerito Marco Erba, insegnante e scrittore, autore di libri sull’adolescenza e la scuola come “Fra me e te”, “Insegnare non basta” e “Il male che hai dentro”, primo ospite della sessione pomeridiana dei lavori.

“Vi sono diversi atteggiamenti per accostarsi ai giovani e provare a camminare con loro in modo efficace”, ha esordito Erba nel suo intervento, “il primo è andare oltre la maschera che ciascuno studente indossa per relazionarsi con i professori e con gli altri compagni. In altre parole: raccogliere la loro provocazione come un messaggio che spesso nasconde ferite non sanate o sofferenza, perché togliersi la maschera significa scoprire la meraviglia che si ha dentro e trasmetterla agli altri.”

In secondo luogo, ha esortato ancora Erba, “occorre come docenti coltivare uno sguardo capace di trovare il bene che c’è e non lamentarsi delle cose che non vanno nella scuola, domandandosi: siamo in grado di coltivare la speranza? Di vedere non solo il limite degli studenti, ma soprattutto la scintilla che può incendiare una personalità?”.

Il terzo aspetto evidenziato, ha riguardato invece l’altra faccia della medaglia educativa: i genitori. “Per camminare con le persone che ci sono donate”, ha proseguito l’autore ed editorialista di Avvenire “si arriva a un punto in cui occorre scommettere sulla loro libertà. In particolare, per i genitori, questo significa passare da essere guide a consiglieri dei propri figli. Mettersi di fianco a loro e non davanti, scommettendo sulla libertà adolescenziale vissuta però nella responsabilità. L’unica strada per diventare grandi senza calare certezze dall’alto, ma condividendo le cose in cui si crede”.

Infine, Marco Erba ha sollecitato i docenti ad amare le personalità dei ragazzi nelle loro singolari caratteristiche, superando ogni pregiudizio e difficoltà: “Perché ciascuno è una persona irripetibile, un capolavoro che attende di apparire dopo aver tolto, come faceva Michelangelo con il blocco di marmo, tutto ciò che è superfluo e spesso ne soffoca il talento”.