UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La scuola, presidio e risorsa di un nuovo umanesimo

L’intervento di don Paolo Asolan durante la prima giornata dei lavori del Convegno nazionale degli Uffici per la pastorale della scuola e dell’Irc
16 Aprile 2024

Dal mondo della scuola a quello Chiesa, è stato il passaggio di testimone nel secondo intervento che ha caratterizzato la sessione inaugurale dei lavori del Convegno nazionale degli uffici per la pastorale della scuola e dell’Irc. A intervenire, nel pomeriggio di lunedì 15 aprile 2024, è stato infatti don Paolo Asolan, preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense.

Don Paolo, partendo dall’immagine dei discepoli di Emmaus da cui l’incontro ha mutuato il titolo “Si avvicinò e camminava con loro”, ha evidenziato come leggere nel mondo reale della scuola e dell’educazione il luogo in cui il Signore si manifesta, malgrado esso appaia un contesto sempre più difficile di evangelizzazione.

“Certamente durante il servizio di docenti di religione cattolica è importante seminare, senza sapere come, quando e se, il seme darà frutto”, ha esordito Don Asolan, “ma si fa sempre più necessaria però anche una prospettiva in cui ricollocare l’uomo nella sua irriducibile umanità. Dimensione da cui l’odierna concezione della vita si va progressivamente allontanando. Ecco allora l’esigenza di un metodo, di uno sguardo, che continui a tenere presente che Gesù è risorto e si manifesta nel qui e ora di coloro che abbiamo davanti”.

Cosa, dunque, nella prassi della scuola può trasmettere questo senso salvifico, orientato e religioso dell’esistenza? “Viviamo un’epoca intrisa di relativismo e contraddistinta dalla frammentazione, dal disimpegno, dall’indifferenza e dalla fine dei grandi riferimenti culturali”, ha risposto Don Asolan, “Alla domanda chi sono io? che un tempo l’uomo si poneva, ora la domanda sta diventando pericolosamente a cosa serve l’uomo? E non si tratta di un fenomeno passeggero, ma di una singolarità temporale definita dall’ambiguità e, ormai, da fenomeni prima sconosciuti come l’intelligenza artificiale. La scuola rappresenta ancora una comunità organica in cui porre al centro e presidiare la risorsa di un nuovo umanesimo, fondato sul fatto che, attraverso Gesù, Dio ci ha detto e dato tutto e che solo lo Spirito inviato dal Padre può cambiare la storia e le vicende umane”.

Di qui l’importanza del ruolo degli insegnanti di religione, dal momento che la fede cristiana “centra ogni aspetto dell’esistenza proprio nella dimensione umana quale antidoto efficace contro la strumentalità moderna”. Infine, sotto il profilo operativo, urge secondo Asolan che “l’ora di religione, non sia un momento in cui parlare di altro. Bisogna, piuttosto, orientare il sapere verso la Verità, verso qualcosa per cui vale la pena spendere la vita, lottando affinché la cultura rimanga a misura dell’essere e non si disperda nell’erudizione fine a sé stessa o nella pura e semplice convenienza produttiva”.