UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un’esperienza di fede e di amicizia

La testimonianza di un giovane studente all’incontro promosso dalla pastorale universitaria di Albano con il vescovo Vincenzo Viva
28 Giugno 2023

Buonasera a tutti, buona sera Eccellenza, io mi presento: mi chiamo Gabriele Tirone, ho 21 anni e frequento il secondo anno di Psicologia e salute alla Sapienza.

Mi è stato dato l’onore e l’onere di parlare di quella che è la mia esperienza all’interno dell’ambiente della Pastorale Universitaria.  Quello che più mi ha colpito è, sostanzialmente, la possibilità di poter coltivare delle relazioni, delle relazioni autentiche, delle relazioni che, purtroppo, si fa difficoltà, ormai, a coltivare nella vita di tutti i giorni. Per quella che è la mia esperienza, ma anche sentendo l’esperienza di altri ragazzi della mia età, si fa davvero difficoltà a coltivare un’amicizia che non si basi semplicemente su uno stare con l’altro senza interessarsi sinceramente all’altra persona, ma, più che altro, si condivide un momento di svago, di gioco, di divertimento che finisce lì. Questo è sicuramente dannoso perché ha a che fare con quello che è il veleno, il problema del nostro tempo, individuato anche da Papa Francesco, che è l’individualismo.

Questo veleno ci rende, sostanzialmente, soli, rendendoci soli ci rende più fragili e, in quanto tali, abbiamo difficoltà a sopportare quelle che sono anche delle prove non eccessive: un fallimento di un esame universitario o una difficoltà amorosa. Prove che, in questa solitudine, sembrano delle pesanti croci che ci portano ad arrenderci e a commettere anche delle tragedie che ancora accadono e di cui leggiamo sui giornali.

Quello che, invece, mi ha colpito dell’ambiente della Pastorale è proprio l’interesse, oltre che l’accoglienza sincera, delle persone e, in questo caso, di me. Non ci sono dei “come stai?” retorici, ma c’è un vero e proprio interesse a quello che l’altra persona sta facendo. È un rapporto, un condividere un pezzo di strada della propria vita in cui si crea quell’ambiente della Compagnia dove ognuno di noi si accompagna in quella che è la propria vocazione. Tutto questo, portato nell’ambiente universitario, crea un “contagio” dove anche tu che hai sperimentato questa amicizia sei spronato a mostrarla anche agli altri e, prima di tutto, ai tuoi colleghi.

Tutto questo trova un senso, ed è importante ricordarlo, nel Vangelo e nell’esempio di Gesù. Questo proprio perché la voglia di voler costruire delle relazioni autentiche non si basa tanto su slogan o frasi fatte, ma quanto più sulla convinzione che questo abbia a che fare con l’esigenza più intima del nostro cuore e che (Lui) l’ha saputa individuare perché, in quanto Dio, ci conosce meglio di chiunque altro.

Io, come ho detto, studio Psicologia e sicuramente questa esperienza me la porterò nel cuore perché, insieme ad altre esperienze (parrocchiali, riguardanti la mia formazione cattolica e familiari), sono riuscito a scoprire ogni giorno che quelli che abbiamo di fronte non sono solamente delle persone o, come spero sarà per il mio lavoro, dei pazienti, ma sono prima di tutto dei fratelli che sono bisognosi di quella Vicinanza e di quella Presenza che io sto sperimentando attraverso questa Compagnia.

Concludo dicendo che il mio ringraziamento non si basa tanto sul fatto che ho trovato dei nuovi amici, ma sul fatto che ho trovato l’Amicizia.

Gabriele Tirone

In allegato l’intervento del direttore diocesano, don Nicola Riva.