UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’incontro di mons. Giuliano con i maturandi

Il vescovo di Lucera-Troia dialoga con i giovani nel segno di Giovanni Paolo II: “Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane”
6 Giugno 2022

Sono molti i diciottenni che nei vari Istituti superiori di secondo grado di Lucera, in questi giorni, si stanno preparando al primo grande esame della vita: quello di maturità. È con loro che il vescovo Giuseppe Giuliano è voluto “ritornare giovane”. L’ha fatto con la stessa intuizione che lo mosse sin dal suo primo anno di ministero episcopale in questa Chiesa di Lucera-Troia, quando desiderò incontrare tutti i maturandi delle scuole del territorio diocesano “a casa sua”, in Episcopio, per conoscerli, per parlare con loro, per ascoltare le esigenze dei loro cuori.

Sicuramente non erano ancora “a calendario” la sera di quel sabato romano 19 agosto del 2000, quando, in una Tor Vergata gremitissima di partecipanti alla Veglia di preghiera in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù, Giovanni Paolo II pronunciò il suo memorabile saluto finale: “C’è un proverbio polacco che dice: “Kto z kim przestaje, takim si? staje”. Vuol dire: “Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane”. Così ritorno ringiovanito”.

Parlo dei “nostri” giovani, poco più che diciottenni, che, nei vari Istituti superiori di secondo grado di Lucera, in questi giorni, si stanno preparando al primo grande esame della vita: quello di maturità. È con loro che il vescovo Giuseppe Giuliano è voluto “ritornare giovane”. L’ha fatto con la stessa intuizione che lo mosse sin dal suo primo anno di ministero episcopale in questa Chiesa di Lucera-Troia, quando desiderò incontrare tutti i maturandi delle scuole del territorio diocesano “a casa sua”, in Episcopio, per conoscerli, per parlare con loro, per ascoltare le esigenze dei loro cuori.

La pandemia da Covid-19 non l’ha fermato: ha desiderato vivere questo tradizionale appuntamento con ancora più tenacia, quest’anno, in un tempo – dettato dall’emergenza sanitaria e da quella bellica – in cui le incertezze e le paure sono sempre più forti di ogni sana aspettativa. Ma è proprio quando tutto tace e ovunque è buio che la Chiesa è chiamata a entrare in gioco. La voglia di incontrarli, quella sì, l’ha vinta su tutte. E di incontrarli, per la prima volta, “a casa loro”, proprio tra i loro banchi.

Così, nel primissimo periodo postpasquale, tra fine aprile e la prima settimana di maggio, il vescovo ha bussato alle porte delle singole scuole superiori locali, recandosi personalmente in visita agli oltre cinquecento giovani, che hanno voluto raccontargli qualcosa della loro esistenza o del loro percepire la vita. E che, pur rispettando ogni norma igienico-sanitaria, gli si sono accostati, alla fine, finanche per chiedergli una speciale benedizione.

Dalla guerra alla pace nel mondo, dall’amore ai valori cristiani, dalla Chiesa alla società, dalla giustizia ai grandi temi della bioetica, dalla vocazione al matrimonio a quella religiosa: sono stati questi i temi emersi durante i dibattiti avvicendatisi nei vari incontri. “Il vescovo, con grande affabilità, ha subito iniziato a parlare tra e con gli studenti in mezzo ai banchi dell’Auditorium, abbattendo le barriere formali e ponendosi quasi come se fosse un confidente che conoscevamo da tempo”, ha raccontato Francesco, in rappresentanza di tutto il liceo “Bonghi-Rosmini”.

“Quest’anno, per la prima volta, è stato lo stesso vescovo a recarsi presso il nostro edificio scolastico, per dibattere su tematiche che vertono sulla formazione integrale del giovane ed il suo orientamento alla vita: ‘Sono qui per ascoltare i vostri cuori!’, ha esordito”: è la prima reazione di Giulia, studentessa dell’Itet “Vittorio Emanuele III”, che ha ringraziato a nome di tutti il vescovo “per l’opportunità concessa e per aver fatto sentire la vicinanza della Chiesa in un momento così buio per la storia umana”. “Grazie, mons. vescovo – hanno aggiunto in coro –! Grazie per la sua presenza in mezzo a noi. Porteremo un ricordo tutto speciale di questa giornata, così come di queste foto che ha voluto scattare insieme con noi”.

Questi appuntamenti sono risultati significativi anche perché “il vescovo della nostra diocesi è riuscito a far valere il concetto del rispetto reciproco, lasciando la porta aperta ad ulteriori approfondimenti da trattare per nostro conto”, hanno esordito Alberto e Giulia degli istituti professionali annessi al Convitto “Bonghi”, dopo aver dialogato con il Pastore locale.

Al termine di tutti gli incontri, è arrivata puntuale anche la riflessione di Emanuela ed Angelo: “Sua eccellenza ha ravvivato nei cuori dei maturandi il coraggio e la speranza del futuro: un futuro che, come lui stesso ha detto, è per noi giovani già il presente”.

Piergiorgio Aquilino

Sir, 4 Giugno 2022