UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ventimiglia-San Remo, educare al “progetto uomo”

Incontro del vescovo Suetta con insegnanti e genitori: il «sogno» di una nuova scuola parentale di ispirazione cattolica
17 Settembre 2021

Si è svolto lunedì scorso, alle 17,30, presso l’ex Seminario di Bordighera, l’incontro fortemente voluto dal vescovo Antonio Suetta e rivolto a genitori, educatori e interessati dal titolo “Buoni cristiani e onesti cittadini è ancora possibile?” organizzato per presentare, condividere e - perché no? - anche un po’ sognare il progetto per una nuova scuola parentale di ispirazione cattolica. In Italia, come in molti altri stati del mondo, vige per i genitori il diritto/dovere di mantenere ed istruire i propri figli (come ricorda l’art. 30 della nostra Costituzione), ma assolutamente questo non implica alcun obbligo di mandare i propri figli alla scuola pubblica.

Non tutte le famiglie trovano nell’istituzione scolastica valori e stili educativi in linea con la propria sensibilità. E non sono pochi i genitori che hanno sentito, in ormai diverse zone del Paese, l’esigenza di dare ai propri figli un’educazione in linea con i propri valori. Sono nate così le scuole parentali: realtà piccole, a misura di bambino, dove l’insegnante è scelto dai genitori, sapendo che l’ente condivide i loro princìpi ed educa i bambini con l’amore e l’attenzione di una madre, con particolare attenzione alle difficoltà personali, aiutandoli a superarle.

«Tutti abbiamo una materia in cui eravamo soliti zoppicare. E forse non sarebbe stato così, se avessimo potuto essere seguiti in maniera dedicata, proprio nelle nostre carenze, invece di ricevere un trattamento “in batteria” », aggiungono i sostenitori della scuola parentale.

Il vescovo Suetta ha organizzato l’incontro specificando, nel suo intervento introduttivo, i benefici di questo tema, per ora dibattito, ma teso a diventare progetto operativo: «Da anni sogno una scuola parentale di ispirazione cattolica. Credo sia giunto il momento opportuno per dare vita concreta a questo progetto».

Diversi i punti chiave di questa scommessa di formazione umana e spirituale. Riappropriarsi del compito educativo: ovvero il ruolo centrale della famiglia che desidera ritrovare altrove ciò che essa propone in casa. La centralità di Dio nell’educazione scolastica: se l’educazione è l’incontro della persona con il vero, il bello e il buono, in ogni materia non può mancare Gesù Cristo così come annunciato dalla Chiesa cattolica. E questo non è da intendersi come un’ingerenza della religione su tutto, ma proprio all’opposto, la capacità della fede di essere sintesi, dimostrando come ogni aspetto della vita umana sia illuminato dallo Spirito.

Lo scopo degli insegnanti? Il progetto uomo. Il compito degli insegnanti non si esaurisce nella trasmissione del sapere, ma deve favorire la crescita integrale della persona: competenze, creatività, individualità, potenzialità, senza dimenticare una viva attenzione morale e religiosa. Tutto questo per favorire la crescita armoniosa della persona sotto ogni suo aspetto. Ci occupiamo della ginnastica e dell’espressione nell’insegnamento tradizionale ma dimentichiamo ogni riferimento al mondo trascendente: come è possibile questo?

Ogni bambino è un universo: la comunità educante deve accompagnarlo al raggiungimento delle competenze in modo naturale, nel rispetto dei suoi tempi e della sua unicità, delle sue emozioni e della sua personalità, coltivando e promuovendo la curiosità spontanea e le qualità di ciascuno. Un cammino educativo unico non sempre ascolta i bisogni e può limitare gli sviluppi: è proprio il contrario di quello che avviene nell’esperienza della vita, dove si progredisce con le proprie esperienze particolari, sempre in compagnia di altri, ma con un percorso che è il proprio.

Anche il ‘’tempo pieno’’ è un concetto da rivedere, per chi ambisce a un diverso modello di scuola: «Oggi i bambini trascorrono a scuola più tempo di quello che noi genitori trascorriamo in ufficio. Sarebbe bello che i bambini lavorassero bene a scuola solo la mattina, per poi giocare serenamente nel pomeriggio, potendo scegliere se tornare a casa in famiglia oppure rimanere presso la struttura dedicandosi a laboratori o attività ludico-ricreative».

Diego Goso

Ventimiglia-San Remo Sette, 12 settembre 2021

(Foto RomaSette)