UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Università, crescono le immatricolazioni ma aumentano anche gli abbandoni

La nuova classifica degli Atenei italiani curata dal Censis
11 Luglio 2023

Nelle università italiane tornano a crescere le immatricolazioni: +2,2%. Dopo la riduzione delle immatricolazioni registrata lo scorso anno (-1,4%), che aveva interrotto un ciclo di sette anni caratterizzato da un costante andamento incrementale, i dati provvisori riferiti all’anno accademico 2022-2023 evidenziano un aumento delle immatricolazioni del 2,2%, ovvero 7.152 neoiscritti in più.

È quanto emerge dalla nuova classifica Censis delle Università italiane, diffusa oggi. Dell’aumento delle iscrizioni non hanno però beneficiato tutti gli atenei in pari misura. Gli atenei del Centro Italia segnano un +9,3%, seguiti dalle regioni del Nord-Ovest (+1,6%). Segno negativo per il Nord-Est (-2,0%), stabile il Sud (-0,2%). Ad accezione dei corsi dell’area artistica, letteraria e educazione, dove i nuovi iscritti segnano un -0,1%, tutti gli altri sono contrassegnati dal segno positivo: +4,5% di immatricolati per l’area economica, giuridica, sociale, +2,2% per l’area sanitaria e agro-veterinaria, +1,1% per le discipline Stem.

Ma aumentano gli abbandoni degli studi. Nell’anno accademico 2021-2022 il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro il primo anno, a fronte del 7,1% registrato nell’anno precedente e del 6,1% relativo all’anno accademico 2019-2020. Una decisione che ha coinvolto in misura pressoché equivalente sia i maschi (7,4%) che le femmine (7,2%).

Bologna Padova e Roma i primi 3 mega atenei statali. Bocconi, Cattolica e Luiss i primi 3 non statali

Tra i mega atenei statali italiani (quelli con oltre 40mila iscritti), ai primi tre posti figurano stabilmente l’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 89,7 punti, l’Università di Padova (87,5) e La Sapienza di Roma (85,7). È quanto emerge dal nuovo ranking delle università italiane definito dal Censis. Al quarto posto l’Università di Pisa (84,0), seguita dalla Statale di Milano (83,7), che guadagna una posizione superando l’Università di Firenze, che retrocede al sesto posto (83,3). Si conferma al settimo posto l’Università di Palermo (83,0). Perde una posizione l’Università di Torino (80,7). Chiudono la classifica l’Università di Bari (76,7) e quella di Napoli Federico II (76,2).

Per quanto riguarda i grandi atenei statali (da 20mila a 40mila iscritti), rileva il Censis, l’Università di Pavia detiene la posizione di vertice, con 91,2 punti, seguita dall’Università di Perugia (90,5). Mantengono la terza e la quarta posizione l’Università della Calabria (90,2) e l’Università di Venezia Ca’ Foscari (89,0), seguite da Parma con 87,2 punti (+6 punti per l’indicatore Strutture) e Salerno (87,0), che recupera cinque posizioni.
Apre la classifica dei medi atenei statali (da 10mila a 20mila iscritti),  l’Università di Trento (96,2), che guadagna la prima posizione, detenuta lo scorso anno dall’Università di Siena (93,0), che scende in terza posizione, preceduta dall’Università di Udine (93,7), che guadagna tre posizioni. Segue l’Università di Sassari (92,3), che perde due posizioni. Prima posizione tra i piccoli atenei statali (fino a 10mila iscritti) per l’Università di Camerino (101,7 punti), seguita dall’Università della Tuscia (86,0) e dall’Università di Macerata (85,7).

Tra i grandi atenei non statali (oltre 10mila iscritti) al primo posto l’Università Bocconi (90,4), seguita dall’Università Cattolica di Milano (76,6). Tra i medi atenei non statali (da 5mila a 10mila iscritti) è la Luiss a collocarsi in prima posizione (91,4), seguita da Iulm (81,2), Lumsa (79,2) e Università Suor Orsola Benincasa (72,0).

Sir, 10 luglio 2023