UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Tutti in classe, la strategia per lezioni in sicurezza

Le priorità del nuovo governo sulla scuola
16 Febbraio 2021

Tutti in classe, anche alle superiori e scuola il più possibile al riparo da nuove chiusure, grazie a una campagna di vaccinazioni per gli insegnanti e tamponi di massa agli studenti. Comincia a delinearsi la strategia del governo Draghi sull’istruzione e le prime dichiarazioni del nuovo ministro Patrizio Bianchi vanno nella direzione di preservare la didattica in presenza dopo mesi e mesi di Dad, soprattutto per gli alunni più grandi.

«Riporteremo gli studenti in classe, come abbiamo riaperto le scuole in Emilia dopo il terremoto del 2012 – ha sottolineato il neo-ministro – . La sicurezza delle scuole, sia pandemica che strutturale, sarà un punto forte del mio mandato. Riporteremo i ragazzi in classe con la giusta cautela e gli investimenti del Recovery fund», ha ribadito Bianchi. Che ieri ha avviato l’attività al ministero di viale Trastevere incontrando i direttori generali centrali e i direttori degli uffici scolastici regionali. «La scuola rappresenta il presidio dello Stato sul territorio e deve poter dialogare con le comunità locali – ha detto il Ministro –. La comunità scolastica – ha aggiunto – è viva più che mai e deve ritrovare il proprio orgoglio, avendo reagito alla pandemia con grande spirito di servizio e capacità di innovazione».

Per raggiungere questo obiettivo sono, però, necessarie alcune pre-condizioni, come ricordano i sindacati del settore. «Per difendere la scuola in presenza a fronte del rischio connesso alle nuove varianti serve un intervento immediato, abbiamo bisogno di conoscere i dati sui contagi nelle scuole e rafforzare i protocolli di sicurezza a partire da quella del primo ciclo», ricorda il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli. Anche per la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, le priorità sono «piano vaccinale, organici, stabilizzazioni» oltre a «una visione per la scuola del futuro », aggiunge la leader sindacale, che è pronta «a collaborare e a confrontarsi lealmente». Tre le «cose da fare subito» anche per il segretario della Uil Scuola, Pino Turi: «Innanzitutto, sicurezza e vigilanza sanitaria per una scuola in presenza, per garantire la salute che è il bene supremo di ogni persona. La seconda è l’eliminazione della piaga del precariato, a partire da subito. Infine, la più importante, garantire la libertà di insegnamento che si sta spegnendo a causa di una invadenza eccessiva della burocrazia sia ministeriale che nelle scuole, che va sostituita da dialogo e partecipazione».

Sulla necessità di intervenire sulle strutture scolastiche, insiste il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Gianelli, che ha inserito questa criticità anche in una lunga lettera inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, il giorno del giura- mento del nuovo esecutivo, elencando le priorità degli interventi. «Condividiamo l’auspicio del ministro Bianchi di riportare tutti i ragazzi in classe – sottolinea Giannelli –. Ma bisognerà valutare la fattibilità tecnica di questa ipotesi. La presenza è possibile nel rispetto delle regole di distanziamento. Abbiamo, poi, il problema della inadeguatezza degli edifici e degli spazi che non sono ovunque ottimali».

Il punto di vista degli studenti, circa la fattibilità di un ritorno in classe al 100%, è stato indagato da un sondaggio di Skuola.net su 6mila alunni di licei, istituti tecnici e professionali. La ricerca mostra come le ultime settimane di scuola – lockdown esclusi siano state «abbastanza turbolente»: 1 studente su 10 non sarebbe potuto ancora tornare in classe a prescindere dalle ordinanze regionali, per paura o per disorganizzazione della scuola. E 1 su 7, dal rientro, già avrebbe subito uno stop per via di casi di Covid a scuola. Attenzione ancora puntata sui trasporti: 2 su 5 si lamentano per l’affollamento dei mezzi pubblici.

Paolo Ferrario

Avvenire, 16 febbraio 2021