UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Trend in crescita già nel periodo pre pandemico»

Brambilla (Statale): oltre all’ansia da prestazione sta emergendo anche il tema economico. E aumentano i timori per il periodo post universitario
7 Marzo 2023

«L’ateneo ha profuso un grande sforzo per far sentire gli studenti supportati in ogni aspetto della vita universitaria, dedicando particolare attenzione soprattutto a chi ha dimostrato un’esigenza di tipo psicologico, certamente acuita dalla pandemia». Marina Brambilla è prorettrice dell’Università degli Studi di Milano con delega ai Servizi per la didattica e agli studenti.

Professoressa, come funziona il vostro servizio di sostegno agli studenti?

Abbiamo sempre avuto uno sportello di counseling che negli anni scorsi rispondeva a richieste legate all’ansia da esami e metodo di studio. Ultimamente abbiamo registrato un aumento di richieste e gli stessi studenti ci chiedono di potenziare l’attenzione alla salute mentale. Con 64mila studenti noi dobbiamo saper intercettare il disagio dei ragazzi e veicolarlo verso la giusta direzione.

Le richieste sono in aumento, ma di che cifre parliamo?

Il trend era in crescita già nel periodo pre-pandemico, poi durante la pandemia abbiamo registrato un aumento del 75%.

Ed è imputabile esclusivamente allisolamento?

Io lo leggo in due modi. Un disagio da non sottovalutare ma anche una maggiore capacità di chiedere aiuto. Questo bisogno c’era già anni fa ma si tendeva a non dirlo, c’era lo stigma di chiedere aiuto e la paura di essere giudicati. In questo senso io lo vedo positivamente, perché tanti giovani hanno imparato a chiedere aiuto piuttosto che nascondersi o lasciare andare una situazione che si cronicizza.

Quali sono le maggiori preoccupazioni manifestate dai ragazzi che seguite?

Le problematiche sono svariate: ansia da prestazione, ad esempio, ma emerge molto anche il tema economico. Le condizioni di vita impattano sul benessere psicologico: in molti vediamo l’ansia per il costo degli studi o degli spostamenti o la paura di perdere la borsa di studio e dover abbandonare gli sudi. Ultimamente è cresciuto anche il timore per il periodo post-universitario: i ragazzi si trovano in una fase di incertezza economica e vivono lo smarrimento nell’affacciarsi al mondo del lavoro.

Cosa farete come ateneo per fronteggiare la situazione?

Prevediamo un potenziamento del servizio di sportello, oltre che un’analisi più profonda del fenomeno. Ci tocca molto anche il tema della formazione: vogliamo che docenti e personale amministrativo abbiano tutti gli strumenti per riconoscere i disturbi dei ragazzi e aiutarli a superarli.

Rachele Callegari

Avvenire, 5 marzo 2023