Mentre oltre 7 milioni di studenti sono ancora in didattica a distanza e, presumibilmente, ci rimarranno fino a Pasqua, la scuola sta già pensando a come ripartire, con attività di socializzazione già a partire dall’estate, ipotesi discussa anche nei giorni scorsi, durante un vertice tra il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e i sindacati di categoria.
Famiglie mobilitate
Una “spinta” a tornare «quanto prima » alle lezioni in presenza, come auspica lo stesso ministro, potrebbe arrivare dalle mobilitazioni che, da oggi a domenica, vedranno le famiglie nelle principali piazze italiane, per protestare contro il prolungamento della didattica a distanza.
La tre giorni di manifestazioni è stata indetta dal comitato “Priorità alla scuola”, che ha ricevuto il sostegno del pedagogista Daniele Novara: «Chiudere le scuole vuole dire mettere in discussione le basi della nostra democrazia », ha ricordato l’esperto di educazione. E domenica alzeranno la voce anche le famiglie della Rete nazionale “Scuola in presenza”, che raggruppa oltre 20 comitati e associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia, con circa 40mila aderenti, «che da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola».
Chiesa in campo
A Bologna, un aiuto concreto ai genitori alle prese con la Dad arriva dall’arcidiocesi, che ha deciso di mettere a disposizione di studenti e famiglie, locali dove svolgere didattica a distanza e doposcuola. Il progetto, nato in collaborazione con Agesci e Protezione civile, coinvolge 20 parrocchie del capoluogo e altre 18 sul territorio dell’intera Città metropolitana. I locali saranno offerti a quelli studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado che non hanno la possibilità di accedere alla Dad in modo autonomo, in particolare per mancanza di computer o connessione: ad aiutarli ci saranno gli scout. Anche l’Ufficio per la Pastorale scolastica ha messo a disposizione un ampio elenco dei doposcuola dell’arcidiocesi.
Aperture estive
In attesa di capire quando si potrà tornare davvero in presenza, magari subito dopo le vacanze pasquali, come vorrebbero le famiglie, esauste dopo un anno di Dad, prende piede l’ipotesi di tenere aperte le scuole durante l’estate, per attività di socializzazione con i ragazzi. «È una cosa normale: le scuole non chiudono mai, interrompono le attività didattiche, ma la scuola rimane aperta e si organizzano da tempo attività estive, di recupero, laboratori», ricorda il direttore dell’Ufficio scolastico del Lazio, Rocco Pinneri. E anche il direttore dell’Usr Liguria, Ettore Acerra, sottolinea che l’apertura estiva delle scuole «è cosa su cui lavoriamo ed è fattibile».
Priorità alla ripresa
«È interessante il riconoscimento di un’attività necessaria per la socialità e la relazione, quanto poi si potrà realizzare sul serio dipenderà dalle risorse che si metteranno in campo», avverte la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che si dice, invece, «preoccupata» per la ripresa. «Bisogna assolutamente pensare al 1° di settembre – suggerisce – quando i problemi che abbiamo torneranno». E a programmare la conclusione dell’anno scolastico pensa in via prioritaria la Flc Cgil, secondo cui «l’idea di promuovere laboratori estivi è di sicuro interesse», ma «ora è il momento di decidere e programmare cosa fare nell’ultimo scorcio dell’anno scolastico».
Favorevole allo svolgimento «di attività di socializzazione su base volontaria» è anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti, che distingue tra questa attività e i cosiddetti “recuperi formativi”. «In questo caso non si parla di recuperi ma di attività non scolastiche», ricorda Di Meglio.
«Una cosa è il volontariato, ma altra cosa è l’istruzione e la formazione – precisa Pino Turi, segretario generale Uil scuola –. Confondere i due piani significa creare un arretramento e far diventare la scuola un sistema assistenziale come era agli inizi del secolo».
E un invito alla cautela arriva anche dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Le scuole sono sempre aperte in estate, ma bisogna reperire le risorse: fare tutto questo non è a costo zero».
Paolo Ferrario
Avvenire, 19 marzo 2021