UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Testimoni di una scuola nuova, a tu per tu con chi la cambia

Da Valdobbiadene l’esperienza del Festival dell’innovazione scolastica: al Meeting di Rimini alla scoperta delle esperienze virtuose
19 Agosto 2022

In questi anni la scuola ha patito pesantemente le conseguenze della pandemia in termini didattici, organizzativi e soprattutto umani. Eppure proprio le limitazioni legate all’emergenza generata dal Covid hanno indotto molti docenti a fare di necessità virtù e a inventare nuove modalità di apprendimento nate “dal basso” e che nel tempo hanno assunto dignità anche a livello metodologico. Come spesso accade, quando l’esperienza sale in cattedra e la “passione per l’uomo” – titolo del Meeting 2022 – muove cuori e intelligenze, si aprono nuovi orizzonti che possono contribuire al cambiamento.

È in questa prospettiva che nel 2021 è nato a Valdobbiadene il Festival dell’innovazione scolastica, un tentativo di scoprire e mettere in rete le esperienze virtuose sorte in tutta Italia e che quest’anno celebra la seconda edizione. Uno degli ideatori dell’iniziativa è Alberto Raffaelli, preside della scuola di formazione professionale Dieffe di Valdobbiadene, una realtà educativa al centro del “distretto del Prosecco” e di una miriade di aziende vitivinicole e alimentari che rappresentano lo sbocco naturale, sotto il profilo occupazionale, del percorso scolastico proposto in quell’istituto. Nel primo weekend di settembre dirigenti e docenti di 30 scuole provenienti da 17 regioni e protagoniste di esperienze di innovazione selezionate da una giuria si ritroveranno a Valdobbiadene per raccontare il frutto del loro lavoro.

«Dialogando con il Meeting, da sempre attento ai temi dell’educazione e a ciò che si muove nella società civile – spiega Raffaelli –, è nata l’idea di invitare a Rimini le esperienze che abbiamo intercettato, per farle conoscere e per valorizzarle in un contesto di grande visibilità e che favorisce incontri e collaborazioni su larga scala. Si è deciso di rimanere fedeli alla formula con cui è nato il Festival, privilegiando la presentazione di progetti in atto da parte dei protagonisti rispetto ad analisi teoriche, perché abbiamo toccato con mano quanta ricchezza (spesso sconosciuta o snobbata) è presente nei territori. In barba a quanti propongono uno scenario fatto solo di problemi irrisolti e di lamentazioni, possiamo testimoniare che nella scuola italiana l’innovazione sta guadagnando spazio. Due sono le caratteristiche più interessanti di questo processo: la collegialità, che vede un numero crescente di insegnanti mettersi insieme per costruire esperienze didattiche nuove, e la co-progettazione, che comporta il coinvolgimento delle diverse realtà sociali ed economiche presenti sul territorio nella programmazione didattica. C’è da augurarsi che tutta questa ricchezza che fermenta nel tessuto scolastico venga riconosciuta e valorizzata anche a livello istituzionale: in questo senso l’attenzione dimostrata dal ministro Bianchi nei confronti del Festival fa ben sperare».

Cinque gli incontri in cantiere, tutti alle 13, della durata di 50 minuti ciascuno. Si comincia domenica 21 agosto con “la scuola come abito di accoglienza e inclusione”, che propone tre progetti in atto a Biella, Policoro e Caltanissetta. Lunedì si mette a tema “la tecnologia al servizio della didattica” con contributi da Padova e Mira ( Venezia), martedì vengono presentate esperienze di “life skill” in corso a Como, Milano e Valdobbiadene: «Le dimensioni della conoscenza non sono riconducibili alla sola dimensione cognitiva – spiega il presidente della Fondazione per la sussidiarietà, Giorgio Vittadini, che ha incoraggiato l’esperienza del Festival dell’innovazione fin dal suo sorgere –. Questo vale anche per il capitale umano, cioè per quell’insieme di abilità e capacità innate o acquisite che l’uomo utilizza nel lavoro e che costituiscono un patrimonio per la vita personale, le imprese e la società. La scuola e il lavoro dovrebbero permettere di imparare e di crescere, cioè sviluppare la personalità, le doti, le qualità individuali. Sono tratti che influenzano la capacità di orientarsi verso gli obiettivi scelti, la qualità delle relazioni e la capacità di prendere decisioni e fare fronte alla realtà. Fanno quindi parte integrante del processo di apprendimento».

Si continua mercoledì 24  con “l’avventura dell’educazione civica” che propone progetti realizzati a Bologna e Lecco, per finire giovedì 25 con “un’aula grande come la città e come il mondo”: tre esperienze in atto a Reggio Emilia, Parabiago (Milano) e in Trentino documentano come il territorio può diventare luogo di incontro, scambio e reciproca opportunità per giovani, insegnanti e famiglie, un contesto in cui si intrecciano alleanze tra soggetti istituzionali, aziendali e culturali con l’obiettivo di realizzare nuovi itinerari educativi.

Giorgio Paolucci

Avvenire, 19 agosto 2022