Aprire subito la possibilità di fare la terza dose anche agli studenti tra i 12 e i 18 anni. Lo chiede l’Associazione nazionale presidi, anche alla luce dell’aumento dei contagi delle ultime settimane, che ha costretto alla chiusura di centinaia di classi in tutta Italia. «La cosiddetta terza dose è necessaria, lo dicono tutti gli scienziati per proteggere al meglio la popolazione scolastica», dice Mario Rusconi, del consiglio nazionale dell’Anp.
«Registriamo una diffusione del virus maggiore alle elementari e nei primi due anni delle medie rispetto alle superiori, dove tantissimi studenti sono vaccinati e, per quello che sappiamo, sarebbero pronti alla terza dose: con la minaccia Omicron bisogna prevenire», aggiunge il dirigente scolastico. Le infezioni a scuola «si stanno diffondendo nella scuola primaria e nella scuola media. Alle superiori molto meno, perché la maggior parte dei ragazzi sono vaccinati», ribadisce Rusconi, che concorda con «la richiesta avanzata da Fedriga per il Green pass sui mezzi pubblici: ai ragazzi si dia un po’ più di tempo per adeguarsi, non possono andare a piedi».
«A tutt’oggi la scuola è l’ambiente più tutelato – ricorda il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi –. L’ultima rilevazione vede come contagiati lo 0,4% di tutti gli studenti. I contagi sotto controllo perché il tasso di vaccinazioni è molto alto, tra i ragazzi tra i 16 e i 19 anni oltre l’85 %. La vaccinazione è lo strumento con cui la comunità scientifica ci ha guidato nell’opporci al contagio», sottolinea Bianchi. «Possiamo citare tanti casi isolati e situazioni estreme, ma i dati complessivi sono quelli. Le quarantene solo al 2,1% della popolazione studentesca. La situazione sarà sempre più sotto controllo vaccinando tra i 5 ai 12 anni», conclude il ministro. Intanto, da mercoledì prossimo scatta l’obbligo vaccinale per il «personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale e dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore», si legge in una circolare del ministero dell’Istruzione. Per lavorare, dunque, presidi, docenti e personale Ata dovranno avere il Green pass «rafforzato» (vaccinazione con due dosi e richiamo e guarigione).
Infine, ieri si è svolto lo sciopero del personale della scuola, proclamato dai sindacati di categoria, ad eccezione della Cisl. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento della Funzione pubblica, l’adesione è stata di poco superiore al 5%. Alla mobilitazione hanno aderito anche alcune associazioni studentesche. «Avevamo detto che ci saremmo ripresi le piazze. Oggi ci siamo quasi tutti. A quel grande sindacato che non c’è dico: lo sciopero è un atto di libertà. Noi siamo qui perché è giusto farlo», ha detto dal palco il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, con chiaro riferimento alla decisione della Cisl di non aderire. «Far fruttare al massimo le occasioni di confronto è, in circostanze come queste, una scelta quasi obbligata; un’azione meno appariscente di uno sventolio di bandiere, ma è l’unica che può rivelarsi produttiva», è stata la replica della segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, intervistata dalla Tecnica della scuola.
Paolo Ferrario
Avvenire, 11 dicembre 2021