Un linguaggio comune per far dialogare teologia e scienza. È quanto si popone l’annuale seminario di studi dei docenti di teologia e degli assistenti pastorali dell’Università Cattolica. Giunto alla quinta edizione è ormai un appuntamento importante a poche settimane dalla partenza del nuovo anno accademico e quest’anno si svolge nello scenario del Santuario di Caravaggio. «Abbiamo scelto un versetto tratto dal libro dei Proverbi 'Le parole dei saggi fanno gustare la scienza' – spiega il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica – per illuminare e orientare i nostri lavori, per cercare di far fare un passo avanti in questo rapporto tra teologia e scienza, individuando, appunto, un linguaggio che permetta di procedere in questo rapporto». L’obiettivo, chiaramente indicato dal vescovo Giuliodori, che ha introdotto i lavori - a cui hanno portato il proprio saluto anche il rettore della Cattolica Franco Anelli e l’arcivescovo di Milano Mario Delpini nella suaqualità di presidente dell’Istituto Toniolo -, è di «individuare le condizioni per promuovere un confronto che diventi sempre più impresa comune e cammino condiviso ». Del resto sin dal suo sorgere l’Università Cattolica ha posto alla propria base questo dialogo tra la scienze e la teologia per una formazione completa dell’individuo, ma anche per dimostrare che è un errore cercare di relegare la teologia - e di conseguenza l’aspetto religioso - a un elemento non legato alla storia del mondo e al suo procedere nel tempo. Oggi, avverte ancora Giuliodori, «il dialogo con i saperi e la ricerca di un comune linguaggio non è più un optional a latere, ma un elemento costitutivo e imprescindibile». Da parte sua la Cattolica ha da tempo iniziato un percorso di «revisione della articolazione tematica dei corsi di teologia» che gli studenti hanno previsti nel proprio piano di studi.
Del resto, ha sottolineato l’arcivescovo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica nel suo intervento nella prima giornata di lavori, «la nuova tappa della evangelizzazione tracciata dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium, chiede che gli studi ecclesiastici aiutino la Chiesa a confrontarsi con il cambiamento d’epoca in cui viviamo», di fatto «imprimendo agli studi quel rinnovamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa in uscita». Un impegno per spezzare «alcune marginalità di cui è vittima la teologia» come ha sottolineato nella sua relazione monsignor Giuseppe Lorizio, docente di Teologia fondamentale alla Lateranense.
Due relazioni, quelle di Zani e Lorizio, che fanno da prologo alla giornata odierna che avrà come filo conduttoreproprio i «Codici e linguaggi per il dialogotra saperi e teologia», con le relazioni di Roberto Diodato, docente di Estetica e don Raffaele Maiolini, docente di Teologia, affrontando nel pomeriggio una tavola rotonda sui linguaggi questa volta applicati all’insegnamento di teologia in Cattolica. Mercoledì di scena il tema «educare i giovani alla fede: scenari e proposte. Riflessioni alla luce della ricerca sugli educatori alla fede» partendo dalla ricerca sui giovani dell’Istituto Toniolo. Ancora i giovani, in vista dell’ormai prossimo Sinodo dei vescovi a loro dedicato, saranno protagonisti dell’ultima giornata, giovedì, con una tavola rotonda con il prorettore della Cattolica Mario Taccolini, il filosofo morale Giuseppe Colombo, il direttore dell’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università, Ernesto Diaco, il professor Pier Sandro Cocconcelli, delegato per il coordinamento dei progetti di internazionalizzazione dell’Università Cattolica, Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia. Il rettore Anelli e l’assistente ecclesiastico generale Giuliodori tracceranno le conclusione del seminario.
Enrico Lenzi
Avvenire, 11 settembre 2018