Nell’anno del Sinodo dei giovani, anche la Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) vuole portare un contributo alla riflessione della Chiesa attraverso le Tesi congressuali uscite dal 67˚ Congresso nazionale “Rigenerazione – Universitari confusi, connessi, innovativi”, tenutosi a Reggio Calabria (3 – 6 maggio). “La rigenerazione della nostra identità passa per la riscoperta della passione per lo studio e la cultura, caratteristica della nostra vocazione di studenti”, si legge tra l’altro nelle 42 pagine del documento scaricabile dal sito. “Ci sentiamo responsabili della nostra identità e del servizio agli altri. Sentiamo il profondo desiderio di aprirci alle periferie esistenziali”. Per quanto riguarda il rapporto con la tecnologia si conferma la necessità di un’educazione attraverso “momenti formativi già nelle scuole” cui si dovrebbe accompagnare “un’opera di alfabetizzazione al linguaggio delle nuove tecnologie per i più anziani”. Essenziale inoltre “individuare modelli di tutela giuridica per limitare strumentalizzazioni e manipolazioni dei nuovi media”.
Soffermandosi quindi sul tema della vocazione, i giovani della Fuci precisano che “non è da confondere con la semplice inclinazione” ma è “una scelta fondante che trova un sostrato centrale nella persona” e prende forma nel cammino universitario” costituito da tre momenti: l’entrata, la permanenza e l’uscita, caratterizzati da “problemi concreti”. Le Tesi sottolineano allora la “primaria importanza” dell’orientamento, di accompagnare gli studenti come individui nei loro successi e fallimenti, di “collegare” il mondo dell’università a quello del lavoro. Per quanto riguarda l’università come “sistema”, il documento evidenzia la mancanza di “consenso univoco” sulla validità dei test d’ingresso e la diffusa convinzione che sia uno strumento da ripensare “tenendo conto non solo dei contenuti ma anche delle competenze trasversali che ogni singolo è in grado di operare”. Importante avere “sportelli di ascolto per la prevenzione di disagi tipici dello studente” quali “depressione, ansia, panico”; “ripensare e potenziare” l’attività di tutoraggio; “abbassare le soglie di idoneità” per il diritto allo studio.
Su “L’Avvenire di Calabria”, settimanale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, Gianmarco Mancini, presidente nazionale della Fuci insieme a Gabriella Serra, racconta la sua esperienza in Fuci, grazie alla quale è cresciuta “l’attenzione per lo studio non finalizzato esclusivamente all’esame, ma alla realizzazione di un bagaglio per la vita”. E parla anche di vocazione, “che è ciò che ci permette di sentirci realizzati nella nostra vita”. “Ritengo – aggiunge – che sia un tema estremamente fondamentale per un giovane studente che si trova a fare i primi passi per la costruzione del proprio futuro, sia in senso lavorativo sia nel senso di costruzione della propria vita relazionale ed esperienziale”. Per Mancini, “chi ci sta a fianco spesso ha solo bisogno di creare relazioni”. “Per permettere che il luogo che viviamo ogni giorno diventi veramente casa – sottolinea – c’è la necessità di creare un clima di accoglienza”.
Sir, 7-8 maggio 2018
In allegato, le Tesi congressuali approvate dal 67° Congresso nazionale della FUCI