UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Studenti senza casa, il Sos di Bologna

Per i giovani alloggi introvabili: si dorme negli scantinati. E l’Università “chiama” il governo
3 Novembre 2022

Come ogni anno, a ottobre, a Bologna si ripresenta la spasmodica ricerca di alloggi da parte degli studenti universitari. Gli ultimi dati disponibili, riferiti all’anno accademico 2021/2022, segnalano la presenza di oltre 88.500 studenti, di cui 28.250 matricole, per il 57% fuorisede, in una città che conta in tutto 391.000 residenti. Con il passare del tempo il problema, invece di risolversi, si amplifica: con il ritorno al 100% alle lezioni in presenza, dopo la pandemia, questo si preannuncia come un autunno di fuoco.

La stampa locale da settimane riporta storie di studenti cui vengono proposti alloggi fatiscenti a prezzi altissimi, ma il problema è diventato proprio trovarlo, l’alloggio: sono ormai pieni persino gli scantinati. Nei giorni scorsi il rettore Giovanni Molari ha definito «una piaga» la crescita smisurata dei bed & breakfast per affitti brevi e turistici in città, invocando una legge nazionale per regolamentarli. Il delegato dell'Ateneo per le studentesse e gli studenti, il professor Federico Condello, segnala la ricezione di numerose email da parte di studenti e genitori disperati: l’impossibilità di trovare una stanza influisce, chiaramente, sul proseguimento dei loro studi a Bologna. «Oltre alla crescita dei b&b, incide molto la diffidenza dei proprietari immobiliari» segnala Condello, mostrando come Bologna, forse, non è una città così accogliente come vuole apparire. C’è molto pregiudizio, in particolare, verso le matricole: i bolognesi non comprendendo appieno quanto «gli studenti siano rilevanti sotto il profilo economico. Si calcola che generino un impatto sulla città, in termini di indotto, di circa tre milioni di euro al giorno» precisa il delegato.

L’ateneo, però, non è stato con le mani in mano. Ha mobilitato 4,5 milioni di euro di fondi per il diritto allo studio, come contributo per l’affitto. Ha ridotto le tasse in base al reddito, arrivando ad essere una delle università italiane con la no-tax area più vasta. Inoltre, grazie al canale degli studentati, ha trovato ben 800 posti letto in più per i prossimi tre anni. Chiaramente l’introduzione dei test di ingresso, dall’esito incerto, fa sì che le matricole conoscano solo all’ultimo momento la propria destinazione per gli studi e questo incide sia sulle graduatorie Er.Go (l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori), sia sull’affanno con cui devono trovare una soluzione per la loro vita da fuorisede. In progetto c’è anche un potenziamento del servizio di intermediazione immobiliare.

Intanto l’Alma Mater ha pubblicato una “guida affitti”, con lo scopo di contrastare il “nero”, obiettivo condiviso con la Guardia di finanza, che ha già avviato le indagini su 1.700 presunti evasori. Neppure il Comune di Bologna, dal canto suo, è rimasto indifferente, sebbene, come ricorda Condello, sulle leggi di mercato nessun ente pubblico può incidere in maniera immediata, per quanto si impegni. La vicesindaca Emily Clancy ha annunciato una task force interistituzionale, insieme alla Guardia di finanza e ai sindacati di proprietari e inquilini, per controllare la regolarità degli affitti brevi, impegnandosi a spronare il nuovo Governo a legiferare in merito, a livello nazionale. Inoltre, fino a fine novembre è aperto un bando volto a favorire gli affitti a canone concordato, garantendo un contributo ai proprietari che aderiscono. C’è anche la volontà di mappare i “vuoti urbani” attraverso un osservatorio metropolitano, per usare al meglio gli immobili sfitti.

Chiara Pazzaglia

Avvenire, 3 novembre 2022