“La FISM chiede a Governo e Parlamento un sostegno diretto alle scuole d’infanzia paritarie e ai loro servizi educativi no profit: per non poche di loro, infatti, è un problema serissimo di sopravvivenza”. Inizia così il comunicato diffuso dalla Federazione Italiana Scuole Materne il 2 aprile 2020, mentre è in discussione nelle commissioni parlamentari il decreto “Cura Italia”.
La Federazione, che raccoglie circa 6.700 scuole dell’infanzia e oltre 2.000 sezioni primavera e servizi educativi con un totale di 450.000 bambini, chiede di indirizzare i fondi del Bonus Nido, non spesi nel periodo di sospensione, al sostegno dei costi fissi che diversamente costituiranno un pesante carico per le istituzioni scolastiche ed educative per l’infanzia che li erogano.
Nel ringraziare i parlamentari che stanno operando per dare un’effettiva risposta alle pesanti difficoltà segnalate, la FISM “auspica la più ampia convergenza di tutti i gruppi parlamentari e di tutte le forze politiche per apportare le modifiche/precisazioni necessarie sia per i servizi educativi che per le scuole d’infanzia paritaria no profit. È veramente necessaria una concreta, immediata soluzione per una rilevante realtà educativa, di qualità alta, che tra l'altro è frequentata da un’utenza in larghissima parte popolare e con un cospicuo numero di famiglie fiscalmente incapienti”.
FIDAE: “Il Governo salvi le scuole paritarie”
Anche la FIDAE torna a far sentire la propria voce in vista dell’approvazione del decreto “Cura Italia”. In un comunicato la federazione scrive: “Abbiamo presentato, insieme alle altre associazioni di scuole paritarie, una serie di emendamenti al decreto Cura Italia come l’introduzione della detraibilità completa delle rette per quelle famiglie che le stanno continuando a pagare e poi la possibilità anche per i nostri istituti di poter interrompere qualsiasi tipo di pagamento relativo a mutui, prestiti o leasing e di accedere al Fondo centrale di garanzia che permetterebbe di avere liquidità quantomeno per pagare gli stipendi e garantire la sopravvivenza delle nostre scuole. Abbiamo apprezzato l’accordo raggiunto con ABI, datori di lavori e sigle sindacali per l’anticipo bancario delle misure di integrazione salariale a favore di lavoratrici e lavoratori ma crediamo debba essere fatto di più se vogliamo garantire un diritto fondamentale, sancito anche dalla nostra Costituzione, come la libertà di scelta educativa”.
In allegato i comunicati di FISM e FIDAE.