UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sette milioni di studenti in Dad

«Con l’aumento dei contagi, scelta inevitabile»
17 Marzo 2021

Da ieri, quasi sette milioni di studenti (otto su dieci), sono ritornati in didattica a distanza: non accadeva dal lockdown di un anno fa. Come ricostruisce Tuttoscuola, che sta puntualmente aggiornando la casistica delle chiusure, rispetto alla scorsa settimana, saranno 1,2 milioni in più i bambini, adolescenti e giovani che seguiranno le lezioni da casa. Ma potrebbero ulteriormente aumentare, se i governatori delle regioni arancioni (dove le superiori frequentano in presenza almeno al 50%), dovessero adottare misure più restrittive, qualora si superassero i 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In quel caso, ricorda Tuttoscuola, si arriverebbe a 9 alunni su 10 in Dad. Attualmente, in 16 regioni su 20 sono chiuse quasi tutte le scuole. Le uniche regioni con le lezioni in presenza restano la Calabria, la Sicilia, la Valle d’Aosta e la Sardegna che, pur essendo in zona bianca, prevede comunque un massimo del 75% degli studenti delle superiori in classe, fino al 6 aprile.

Ieri, la Regione Basilicata ha deciso di chiudere tutte le scuole fino al 27 marzo, mentre la Campania ha prorogato la didattica a distanza fino al 3 aprile. In Puglia, il presidente Michele Emiliano ha revocato le disposizioni di due ordinanze, applicando le misure previste dal governo per le regioni collocate in zona rossa, che prevedono, appunto, la didattica a distanza dalla materna alle superiori. «La chiusura a questo punto era inevitabile – commenta il segretario generale della Flc, Cgil, Francesco Sinopoli –. Il sacrificio della scuola e delle famiglie sia usato nel miglior modo possibile: si vada avanti velocemente con le vaccinazioni e si individuino soluzioni ulteriori per gestire al meglio l’emergenza».

Preoccupato per l’aumento dei contagi è anche il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi: «La scuola non è sicura nel senso che al momento non ci sono evidenze scientifiche che lo sia. Il passaggio di Miozzo al ministero dell’Istruzione è una buona notizia perché consentirà di uscire dalla narrazione e di andare sui fatti reali, sui dati, indispensabili per le prossime aperture». «La scelta del governo è utile per la salute di tutti. Aver chiuso le scuole insieme a tutte le attività commerciali, fa ben capire che il periodo che stiamo affrontando è molto delicato», sottolinea la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Oggi, i tre leader dei sindacati della scuola, vedranno il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per discutere di un “Patto per l’Istruzione e la formazione”.

Del ritorno alla didattica a distanza, come «scelta dolorosa ma inevitabile», parla, infine, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che interviene anche sulle proteste di tante famiglie contrarie alla Dad. «Bisogna fare in modo che abbiano accesso rapido a forme di ristoro economico o a di congedo e permesso per chi è lavoratore dipendente», ricorda. Infine, nuovo appello della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap), affinché, nelle scuole in zona rossa, non siano lasciati soli, nelle aule, gli alunni disabili, per i quali sono previste lezioni in presenza. «Comprendiamo il momento di emergenza, ma questo non può giustificare l’adozione di politiche che comportano la riedizione delle classi speciali», sottolinea il presidente Vincenzo Falabella.

Paolo Ferrario

Avvenire, 16 marzo 2021