Nell’odierno panorama mediatico i giovani sono costantemente bombardati da messaggi sulla sessualità provenienti da social, mass media e pubblicità. In questo contesto è fondamentale che gli educatori siano adeguatamente formati per guidarli in un percorso di educazione all’affettività e alla sessualità.
La Chiesa, in passato spesso accusata di assumere un atteggiamento di opposizione alla sessualità, ha intrapreso un percorso di evoluzione, «ha imparato nel tempo ad accogliere, ascoltare, accompagnare i giovani» nel loro cammino di scoperta della sessualità: lo ha affermato venerdì monsignor Philippe Bordeyne, preside del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia. Intervenendo alla prima sessione del convegno “Giovani e sessualità. Sfide, criteri e percorsi educativi” organizzato dall’Università Pontificia Salesiana, Bordeyne ha «preso le distanze dall’idea di una Chiesa repressiva in materia di educazione sessuale». L’obiettivo, per il preside, è quello di accompagnare i giovani verso una visione della sessualità come dono prezioso da vivere in modo responsabile e rispettoso all’interno di relazioni sane e mature. «I giovani – ha affermato – soffrono per la mancanza di capacità di essere ascoltati, soffrono di solitudine, manifestano vari malesseri i cui effetti si riversano nell’affettività e nella sessualità».
La prima giornata del convegno, moderata da don Gustavo Cavagnari, si è aperta con il saluto del rettore don Andrea Bozzolo, il quale ha ricordato che i lavori si collocano in un progetto triennale dell’ateneo su giovani, affetti e identità. «Ogni giorno abbiamo la percezione che su questi temi si pongono nuove sfide - ha detto . Non serve lamentarsi dei cambiamenti culturali, ma impegnarsi ». Il consigliere generale per la Pastorale giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, parlando del carisma dei salesiani, ha osservato che un «educatore anaffettivo, ingessato, incapace di empatia » non sarà mai capace di accompagnare i giovani perché lontano dalla «missione salesiana».
Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, sociologi, docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché marito e moglie, si sono soffermati sui “Mutamenti della cultura affettiva nella supersocietà”. «Nell’attuale fase storica il mondo cambia ad una velocità tale che siamo sempre in ritardo per comprenderlo – ha affermato Magatti -. Cambiamenti giganteschi che hanno portato a una netta separazione tra l’atto sessuale e la procreazione con l’introduzione della pillola». La “supersocietà”, è intervenuta Giaccardi, si alimenta con «l’individualismo, che a sua volta si sposa con la sovranità dell’io; con il consumismo, il quale addestra all’infedeltà, e con la tecnica che ha ridotto le relazioni in una dimensione di consumo». Per Susy Zanardo, dell’Università Europea di Roma, questa società «l’hanno costruita gli adulti addosso ai ragazzi, pertanto ora devono aiutarli ad andare avanti». Le ha fatto eco Pier Cesare Rivoltella, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per il quale «la mancanza di dialogo tra genitori e figli su temi come la sessualità» ha spinto sempre più i giovani verso i social, «luogo dove riscoprire la propria sessualità e fare esperienze».
Roberta Pumpo
Roma Sette, 3 marzo 2024