UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, «Riaprire anche in zona rossa»

Il governo adesso ci pensa. La proposta rilanciata dal ministro Bonetti
23 Marzo 2021

Riportare gli alunni più piccoli in classe subito dopo Pasqua anche se in zona rossa, modificando quanto previsto dall’attuale Dpcm: è una ipotesi a cui diverse forze politiche cominciano a guardare. Con l’Italia ancora in gran parte “rossa”, rimangono chiusi gli istituti scolastici per più di due terzi degli studenti italiani ma intanto parlamentari di diversi schieramenti, complici anche alcuni studi, le proteste di piazza e la consapevolezza del peso che stanno sostenendo le famiglie, premono per ripensare alle chiusure almeno delle scuole d’infanzia. Ieri la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha detto a chiare lettere di ritenere che dopo Pasqua anche nelle zone rosse, «complice l’aumento delle vaccinazioni», bisogna «rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria». Per questo servirà un piano.

I presidi del Lazio con Cristina Costarelli, vicepresidente Anp, chiedono di rompere gli indugi ma di prevedere anche tamponi obbligatori per gli stu- denti. Lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni e governatore in Emilia Romagna Stefano Bonaccini dice di augurarsi che le scuole aprano il prima possibile, «appena avremo i numeri in base a quanto previsto dal Dpcm noi le riapriremo. E mi auguro che sia l’ultimo anno scolastico per gli studenti con la didattica a distanza». Più prudente è invece la ministra dell’Università Cristina Messa sull’ipotesi di rientro degli studenti negli atenei: molto probabilmente non riprenderanno le lezioni in presenza dopo Pasqua nelle università o ci sarà una ripresa di una piccola percentuale di studenti, soprattutto matricole, dove il colore della zona lo permetterà.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenendo alla trasmissione Che tempo che fa, aveva ribadito che la scuola in questi mesi «non è stata ferma nè chiusa» e ha assicurato che «si tornerà in presenza» appena le condizioni lo permetteranno. E sarà una scuola “affettuosa”: «Stiamo lavorando per questo – ha spiegato –, che la scuola torni ad avere gli affetti per gli altri: dopo anni di individualismo dobbiamo tornare – ha concluso il ministro – a una scuola che permetta ai ragazzi di imparare ad affrontare il mondo insieme». «A settembre ripartiremo dai ragazzi, si parte dai più fragili: la scuola è per tutti e riaprirà con un anno costituente: deve essere riportata al centro del Paese». Per quanto riguarda poi il calendario scolastico, il ministro ha detto che «a giugno avremo scrutini ed esami: non sono un fatto ispettivo ma la giusta valutazione di quanto è stato raggiunto e non raggiunto da ogni ragazzo. Si organizzerà poi, sempre a giugno, l’orientamento, il momento di discussione per capire cosa c’è da recuperare, si farà l’estate con un lavoro insieme ai comuni e agli enti locali e a settembre si verificherà quanto è stato recuperato con i Patti educativi e di comunità già scritti da tempo».

Intanto per il 26 marzo prossimo il Comitato Priorità alla scuola, i Cobas e i docenti precari hanno indetto un giorno di «sciopero dalla Dad».

  1. Ful.

Avvenire, 23 marzo 2021