UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola, il francobollo diventa un «mediatore didattico»

Progetto per tre classi di primarie curato da Djana Isufaj, docente di religione a Tor Sapienza: «Educa a ordine e responsabilità»
22 Giugno 2020

Negli ultimi dieci anni, nel contesto del progetto “Filatelia e scuola”, Djana Isufaj, docente di religione cattolica della diocesi di Roma, ha fatto del francobollo un «mediatore didattico», riconoscendolo strumento adeguato «per rispondere pienamente alle finalità educative e di alfabetizzazione culturale della scuola».

L’insegnante di origine albanese, dal 2010 titolare della cattedra all’istituto comprensivo Piazza De Cupis, a Tor Sapienza, avvicina i bambini della scuola primaria ad un mondo che nell’immaginario collettivo è legato al passato e ad un modello di comunicazione superato e perduto. «Il francobollo – spiega Isufaj, che è delegata nazionale per la filatelia nelle scuole –, consente di conoscere, scoprire e condividere e poi educa all’ordine, alla responsabilità e al senso estetico». Di più, la proposta rivolta agli alunni delle classi terza, quarta e quinta «stimola le modalità di apprendimento circa il saper fare e il saper pensare», semplificando l’acquisizione di contenuti trasversali quali quelli «religiosi, artistici, storici, scientifici e geografici», migliorando insieme «le relazioni affettive ed emotive tra persone di etnie, religioni e culture differenti».

La chiave è dunque quella della interdisciplinarietà e della multiculturalità, al fine di «favorire una autentica cultura di pace», sottolinea ancora la docente illustrando il percorso triennale che integra il normale svolgimento delle lezioni, in piena sintonia con gli obiettivi formativi previsti dalle Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola primaria.

Con le classi terze Isufaj lavora sul tema della comunicazione nella tradizione di un popolo, «a partire dai segnali di fumo per arrivare alle nuove e moderne tecnologie», valorizzando gli strumenti e le tecniche della scrittura, «come quelle legate al papiro», esemplifica, per focalizzarsi poi «sul ruolo del messaggero nella Bibbia». L’anno successivo i francobolli, forniti ai bambini insieme ad un apposito kit filatelico dalla docente grazie alla collaborazione con enti filatelici e con il Comparto Poste Italiane–Filatelia, veicolano la scoperta «dei diversi paesaggi geografici ma anche dei luoghi turistici d’Italia».

Ancora, spazio alla «filatelia religiosa – racconta Isufaj –: attraverso le immagini dei francobolli si ricostruiscono le parabole di Gesù e le tappe della Via Crucis». Rispetto alla Passione trattata con questi «speciali mediatori didattici», l’insegnante ricorda con emozione l’esperienza vissuta nel 2012 con i pazienti dell’Ospedale Bambino Gesù, dove prestava servizio in 9 reparti per quell’anno scolastico. «Ai piccoli malati, abituati a portare la loro personale croce, la filatelia ha permesso di rileggere la Via Crucis attraverso i colori dell’arte». Il progetto si conclude con gli alunni del quinto anno che «con serie dedicate di francobolli trattano dal monachesimo alle grandi religioni – ancora le parole di Isufaj –, affrontando inoltre tematiche specifiche legate ad esempio al Giorno della memoria o all’Olocausto». Ogni anno, poi, viene realizzata una mostra con i lavori prodotti dai bambini, rivolta «ai genitori e fruibile per un intero mese nei locali della scuola».

Michela Altoviti

Roma Sette, 21 giugno 2020