Quali problemi toccheranno maggiormente la scuola nell’anno che sta iniziando? Le classi pollaio? La denatalità? Il bullismo e il conflitto tra genitori e docenti? Siamo rassegnati ad ascrivere le notizie sulla scuola nelle pagine della cronaca nera, unendoci a coloro che sanciscono il fallimento dell’istituzione e dell’educazione in genere? Cambiamo prospettiva. Non solo per un atto di speranza (peraltro virtù propria del cristiano e dell’educatore) ma anche per dati, segnali e fatti verificabili, è possibile aprire l’anno scolastico offrendo uno sguardo diverso, che sposti l’attenzione un poco più in là della lamentela e del pessimismo cosmico.
Nella nostra provincia, per esempio, sono disseminati oltre 400 istituti scolastici, spesso articolati in più plessi: si tratta di 260 scuole dell’infanzia paritarie, di 143 istituti statali, di circa 30 altre scuole paritarie che vanno dalla scuola dell’obbligo ai licei. E poi, il sistema della formazione professionale, i centri per la formazione degli adulti e la scuola in ospedale. Intorno alle scuole, amministrazioni comunali con propri assessorati all’istruzione, biblioteche, associazioni e comitati di genitori, fondazioni, centri culturali e oratori. In altre parole, il sistema dell’educazione e dell’istruzione c’è, ben radicato, così da portare all’esame conclusivo degli studi secondari oltre 9.500 giovani ogni anno. La presenza così capillare di realtà educative non è forse una risposta concreta al calo demografico? E in questo sistema, con il 13% di studenti che in casa parlano altre lingue, vivono insieme decine di culture e si formano nuovi cittadini.
Anche se l’opinione pubblica si risveglia periodicamente e in occasione di eventi drammatici che coinvolgono ragazzi e giovani, anche se la spesa pubblica per l’istruzione è in Italia inferiore rispetto a quella europea, uno sguardo attento può cogliere le trasformazioni in atto nelle aule, dovute sia ad interventi strutturali e a implementazioni tecnologiche, sia ad un certo ricambio generazionale in corso fra i docenti. Fondi provenienti dal Pnrr apriranno le scuole più a lungo, diversificando le attività, gli sportelli didattici e di ascolto, i doposcuola. Vi sono poi opportunità di incontro fra il mondo della scuola e quello del lavoro possibili grazie ai Pcto (i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), quando ben pensati, organizzati e verificati. Recentemente sono state pubblicate le linee guida sull’orientamento, definito come processo che coinvolge l’intero percorso scolastico, le diverse componenti e il territorio. Ed è anche la scuola dell’Agenda 2030, la scuola dove si può parlare di sostenibilità, di economia, di pace e di guerra.
Si mostri alla scuola, ai docenti, ai genitori quella fiducia necessaria per ogni patto efficace di corresponsabilità, poiché i problemi si affrontano non cercando colpevoli, ma lavorandoci insieme. Risuoni ad inizio anno l’augurio di papa Francesco perché “si percorra una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani”. “E per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!”.
Davide Guarneri
La Voce del Popolo, 7 settembre 2023