UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scuola a turni. Anche il sabato

Pronto il Piano per settembre: intese con gli enti locali per l'utilizzo di parchi, teatri, musei e biblioteche
24 Giugno 2020

Classi più piccole e divise in «gruppi di apprendimento», anche di età diverse, frequenza «in turni differenziati», un mix di didattica in presenza e a distanza, ma soltanto per le superiori e «dove le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano», «l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari» e l’estensione del tempo scuola anche al sabato. Sono le principali indicazioni del Piano scuola 2020-2021 per la ripresa di settembre, che oggi il ministero dell’Istruzione presenterà ai sindacati (con i quali dovrà sottoscrivere un apposito protocollo d’intesa) e domani sarà sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni che deciderà anche la data di avvio delle lezioni. Salvo sorprese, sarà confermata l’indicazione del 14 settembre.

Valorizzata l’autonomia

L’organizzazione pratica della ripresa delle attività sarà coordinata da Tavoli regionali e affidata alle singole autonomie scolastiche che, in una logica sussidiaria, potranno «avvalersi di ulteriori forme di flessibilità sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio», si legge nel documento ministeriale. Alla base della nuova organizzazione scolastica ci saranno le misure di prevenzione e protezione decise dal Comitato tecnico scientifico: l’obbligo di mascherina dai sei anni in su, il distanziamento di almeno 1 metro in classe e 2 metri in palestra, percorsi separati di ingresso e uscita (dove possibile) per evitare assembramenti e il divieto di accesso ai locali scolastici per chiunque abbia una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi.

Patti di comunità

Stante la necessità di recuperare ulteriori spazi per la didattica, il Piano del ministero prevede la stipula di “Patti educativi di comunità”, con il coinvolgimento degli enti locali, del privato, delle associazioni di volontariato e del terzo settore, con l’obiettivo di «favorire la messa a disposizione di parchi, teatri, biblioteche, cinema, musei al fine di potervi svolgere ulteriori attività didattiche o alternative a quelle tradizionali comunque volte a finalità educative».

Favorire l’inclusione

Particolare attenzione è riservata all’inclusione scolastica dei disabili. «Priorità irrinunciabile – si legge nel Piano – sarà quella di garantire la presenza quotidiana a scuola degli alunni con Bisogni educativi speciali, in particolar modo di quelli con disabilità, in una dimensione inclusiva vera e partecipata». Secondo le indicazioni del Cts, «non sono soggetti all’obbligo di utilizzo della mascherina, gli alunni con forme di disabilità non compatibili» con il suo utilizzo continuativo.

Orari differenziati

Sempre per evitare assembramenti, ciascuna scuola, in accordo con gli enti locali e le società di trasporto pubblico, potrà prevedere «l’arrivo differito e scaglionato degli studenti», individuando anche «spazi supplementari in aree all’aperto», ricerca che dovrà essere preceduta dalla «ricognizione» del patrimonio urbano.

All’asilo senza mascherina

L’utilizzo della mascherina non è previsto per gli alunni della scuola dell’infanzia, dove «i bambini devono essere messi nelle condizioni di potersi esprimere con naturalezza e senza costrizioni». Per le educatrici, il Piano prevede l’utilizzo di “visierine leggere” e guanti «dove opportuno». L’utilizzo dei dispositivi di protezione, insomma, «non deve far venir meno la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato con i bambini piccoli e tra i bambini stessi». Gli alunni dovranno restare sempre negli stessi gruppi e «con gli stessi insegnanti e collaboratori di riferimento». Assolutamente vietato portare giochi da casa e quelli in uso alla scuola dovranno essere «frequentemente igienizzati ».

La Dad non va in pensione

Nonostante l’obiettivo sia la ripresa in presenza, il Piano non manda completamente in pensione la Didattica a distanza. Per far fronte ad eventuali, nuove emergenze, ogni istituzione scolastica dovrà integrare il Piano triennale dell’offerta formativa con il Piano scolastico per la didattica digitale integrata. Per non farsi trovare impreparati in caso di una nuova sospensione dell’attività in presenza.

Paolo Ferrario

Avvenire, 24 giugno 2020