Si celebrerà tra qualche giorno la solennità di San Giuseppe che è il Santo che esprime più potentemente il valore dell’umiltà, dell’obbedienza, della tenerezza e della dedizione totale al progetto di Dio. Padre putativo di Gesù, a cui è stato affidato il grande compito di accogliere e di educare il Figlio di Dio, rappresenta, nel suo grande silenzio, un esempio di amore e di sequela verso il progetto che così incredibilmente il Padre aveva disegnato per lui. Colpisce come nella Sua grande Sapienza, Dio Padre abbia ritenuto necessario che Gesù dovesse essere accolto, sostenuto e accompagnato da una figura paterna carnalmente presente; nel Suo amore verso Gesù e Maria, San Giuseppe ci insegna come accogliere il disegno di Dio con fiducia e abbandono totale.
In una realtà come quella attuale, dove il tempo familiare è sempre più spesso scandito da impegni e attività che si susseguono con velocità e frenesia, dove il tempo dell’ascolto è sempre più ridotto e sacrificato, emerge come un “rumoroso” richiamo il lungo silenzio di San Giuseppe. Un silenzio che si snocciola lungo la sua vita con Gesù e che esprime tutto il contenuto del compimento del progetto di Dio. Nel Vangelo di Matteo (Mt 1,2021) si legge «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati».
L’accettazione libera di quell’“imprevista” e insolita paternità può essere per ogni genitore una strada da seguire per riscoprire la bellezza della propria vocazione e del proprio compito di coniugi, madri e padri. Una strada che introduce un modo nuovo di vivere il legame con chi amiamo slegandolo da un concetto di possesso soffocante e ripiegato sull’altro: unica modalità per riconoscere il vero valore degli altri accogliendoli come dono imprevisto. In mezzo a tante notizie di cronaca dove le violenze familiari fanno da file rouge, l’esempio dell’amore e del sacrificio di San Giuseppe per Maria e per Gesù, suo figlio putativo, sono per tutti noi un riferimento e una strada da guardare ed invocare. Nel rapporto tra Giuseppe e Maria traspare tutta la profondità di una posizione che non esclude la fatica ed il dolore ma apre ad una prospettiva di senso che lascia spazio al Mistero. La posizione aperta al dono e al progetto di un Altro, a cui San Giuseppe aderisce, esprime un modello che difficilmente è paragonabile all’idea attuale di libertà ad ogni costo: nella vita del carpentiere padre di Gesù si delinea con chiarezza come la piena libertà sia imprescindibile dal rapporto con Dio, con Cristo. Guardare a San Giuseppe con curiosità e stima, apre ad una prospettiva nuova di vivere le relazioni ed il rapporto con Dio: una prospettiva che fa risollevare lo sguardo ed imparare una modalità rinnovata di accogliere sé stessi, l’altro e l’Altro.
La solennità di San Giuseppe, protagonista di una secolare e diffusa devozione, è senz’altro un’occasione per tutti per ripercorrere la vita di questo grande santo con il desiderio di imparare da Lui una posizione nuova che insegna allo stesso tempo la vera paternità e la vera figliolanza. Un esempio di paternità che nel silenzio mostra tutta la sua stabilità, che nella sua umiltà mostra tutta la sua forza, che nella sua discrezione mostra tutto il suo protagonismo, che nel suo sacrificio mostra tutto il suo compimento. L’Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche vuole esprimere, in questa così bella occasione, i suoi migliori auguri a tutte le famiglie ed in particolare a tutti i papà affinché possano ritrovare nella figura di San Giuseppe un riferimento ed un sostegno concreto nella vita quotidiana e nei momenti di difficoltà ed incertezza.
Avvenire, 15 marzo 2024