A mantenere alto il ritmo degli atenei ci hanno pensato i docenti con lezioni ed esami a distanza (perfino la laurea con corona d’alloro casalinga), ma per gli studenti la vita universitaria si è fermata: addio pendolarismo, biblioteca, pausa caffè, spritz serale, amici. Una condizione ancora più logorante per gli stranieri e per chi è stato sorpreso dal lockdown fuori sede. A Trento per rompere la solitudine si sono mossi per primi gli stessi studenti, dando prova di una creatività frenata ma non bloccata dal virus. Chiuse le aule, hanno puntato su Sanbaradio, emittente universitaria attiva nel web da 10 anni (al microfono vi lavorò anche l’indimenticabile Antonio Megalizzi), inventandosi “Quarantine Radio”, una striscia di programmi per sintonizzarsi sulle reazioni dei coetanei “prigionieri” nei vari studentati della città; il più affollato accoglie ben 500 persone, nel rione di San Bartolomeo, dove hanno anche sede gli studi della radio. Una buona parte di loro sono stranieri perché l’ateneo trentino conta quasi 600 presenze internazionali.
«Gli studenti curatori del programma – spiega Cecilia Passarella, presidente dell’Associazione Sanbaradio e speaker della trasmissione – si sono attrezzati per condurre le puntate da casa, ricevendo molti feedback dagli ascoltatori. Siamo stati sommersi da messaggi audio con racconti personali di giornate molto simili fra loro: studio, studio e qualche buon ascolto on line. Ecco l’importanza della radio, esaltata da momenti come questi». Ne è convinta anche l’Opera Universitaria che ha supportato il progetto, arricchendolo con informazioni per chi “resiste” da solo in città. «Standocene a casa – ha detto Nicola nel suo audio – ora diamo una mano al bene comune».
Ma quale vissuto emerge dai dialoghi intrecciati nei podcast dell’emittente trentina? «L’impressione è che tutti gli studenti siano davvero affranti da questa condizione in cui si sono trovati – risponde Passarella – eppure nei messaggi consegnati alla radio si sforzano di essere positivi e ottimisti, danno consigli e incoraggiamenti, quasi per sostenersi gli uni gli altri». Registrato in lingua inglese, “Quarantine Radio” ha rilanciato pure il resto della programmazione e viene seguito anche fuori provincia: un format che conta già qualche tentativo di imitazione.
Diego Andreatta
Avvenire, 22 aprile 2020
Per approfondire: https://www.vitatrentina.it/Speciali/Covid-19/Studenti-uniti-dalla-radio