UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Pioltello, bello che il dialogo parta da una scuola»

Il Servizio ecumenismo della diocesi di Milano dopo la decisione dell’istituto di chiudere a fine Ramadan: così si favorisce la conoscenza
21 Marzo 2024

«Siamo a favore di questo gesto». Dopo giorni di polemica politica, parole chiare sul “caso Pioltello” arrivano da Roberto Pagani, diacono permanente che dal 2013 è responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Milano. «Come i musulmani in Italia condividono e festeggiano insieme a noi cattolici il Natale e la Pasqua, trovo bello che un’iniziativa di dialogo interreligioso parta da una scuola, che si fa promotrice della creazione di un ponte tra giovani che a casa vivono fedi differenti – dice Pagani a Famiglia Cristiana –. Dalle parole del preside lette in questi giorni noto che c’è un lavoro dietro la scelta che punta ad aiutare i ragazzi a conoscere la cultura e la religione di loro compagni di banco. Se non prendiamo la strada della conoscenza reciproca e del rispetto, gli integralisti diventiamo noi», conclude il diacono.

Parole che arrivano al termine di un’altra giornata ad alta tensione. A tenere banco è sempre la decisone del Consiglio d’istituto della scuola “Iqbal Masih” di Pioltello, in provincia di Milano, di sospendere le lezioni il 10 aprile in occasione della Festa di fine Ramadan, Una ricorrenza molto sentita dalle famiglie musulmane, che rappresentano oltre il 40% dell’utenza dell’istituto. Contro la scelta della scuola, è apparso, nottetempo, un delirante striscione firmato da un gruppo neofascista, prontamente rimosso dalle forze dell’ordine.

Ulteriore benzina sul fuoco della polemica, che ha messo in mezzo il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni. «Insulti e minacce minano la mia sicurezza», si limita a dire il preside, prima di chiudersi in un preoccupato silenzio. In questi giorni dovrà anche presentarsi agli ispettori del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha chiesto approfondimenti all’Ufficio scolastico regionale della Lombardia. «La politica ha creato questo clima di guerra e di insofferenza che c’è ora a Pioltello», denuncia la sindaca Ivonne Cosciotti. Che invita Valditara a «visitare le nostre scuole per rendersi conto che i risultati dei test Invalsi nei nostri istituti sono più alti della media nazionale», ricorda Cosciotti, lodando il preside Fanfoni: «È particolarmente bravo», dice. L’invito ad abbassare i toni è, però, caduto nel vuoto.

Ieri anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha approvato la decisione del Ministro di inviare gli ispettori. Di diverso avviso il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che invita a «non politicizzare una questione che è soltanto tecnica», mentre un’aperta condivisione della scelta della scuola è arrivata dai sindacati. «Scelta del tutto legittima, alla luce delle prerogative che le norme assegnano all’autonomia delle istituzioni scolastiche – commenta Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola –. Ma io la considero, soprattutto, una scelta giusta e opportuna sul piano educativo, sorretta da motivazioni a mio avviso ineccepibili, ispirate al rispetto reciproco su cui deve fondarsi, in una comunità, il dialogo tra confessioni religiose e tradizioni diverse». E di decisione «pienamente legittima» parla la segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, mentre per il coordinatore della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, si tratta di «polemiche fuori luogo».

Paolo Ferrario

Avvenire, 20 marzo 2024

(L’uscita della scuola primaria di Pioltello, nel Milanese / Fotogramma)