UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Per i bambini «quasi nulla è cambiato»

Nell’emergenza covid la scuola dell’infanzia c’è stata e ha incontrato
12 Ottobre 2021

Eccoci pronti a vivere un nuovo anno scolastico. Molto nei mesi scorsi è stato curato tra e all’interno delle scuole dell’infanzia Fism, sia attraverso il rispetto puntuale dei protocolli per il contenimento del contagio da Covid-19, sia continuando un’attenta progettazione pedagogica e didattica in dialogo con il contesto socio-culturale che stiamo attraversando. Ma cosa dicono i bambini di questa loro 'nuova' scuola? Come l’hanno vissuta? Alla fine dell’anno scolastico 2020-2021 abbiamo chiesto ai bambini di 5/6 anni, che hanno frequentato cinque scuole dell’infanzia Fism di diverse province lombarde, di raccontarci la loro scuola, nella modalità che a loro più piaceva.

Soffermandosi sulle parole, sui disegni e sulle realizzazioni elaborate è possibile rintracciare un bel messaggio: la scuola dell’infanzia c’è stata e ha incontrato. E, nel loro guardare alla scuola, emerge che, in fondo in fondo, 'quasi nulla è cambiato'. Una scuola dai colori vivaci, energica e luminosa, che ha occupato un posto speciale nei loro pensieri e nei loro sogni, attesa con entusiasmo e trepidazione come luogo di incontro nel quale conoscere, giocare, scoprire, inventare, ascoltare, comunicare, imparare, condividere. Una scuola raffigurata in compagnia del sole, immersa nel verde, abitata e circondata da bambini con occhi e bocche sorridenti. Nei disegni, infatti, trovano posto amici e maestre; cieli azzurri e 'cerchi gialli'; edifici con porte e finestre aperte. Una scuola che, anche nella situazione della contingenza data, tra giorni 'in presenza' e giorni 'a distanza'; tra 'bolle' e 'case'; tra 'muri' e 'schermi', ha saputo raggiungere i bambini, rimanendo punto significativo di riferimento. Una scuola che non ha misconosciuto la situazione vissuta, non ha rinunciato al suo ruolo e al suo stile ma ha continuato ad avanzare proposte, a incontrare, a sostenere i bambini nell’affrontare 'il nuovo'. Una scuola attenta, accogliente, inclusiva, nella quale il rispetto rigoroso delle regole è stato vissuto come 'nuova' modalità del prendersi cura dell’altro e della relazione. Una scuola che ha saputo andare oltre, ha insegnato al punto da far nascere il desiderio di contraccambiare 'quel segno'.

In una scuola, ad esempio, i bambini hanno realizzato un murales sul confine dipingendo, insieme a mamme e papà, sagome in movimento, che esultano e saltano e che si tengono per mano. Solitamente un muro di confine ha la funzione di delimitare ciò che è racchiuso al suo interno, ma in questo caso apre all’incontro, perché 'trapassato' da più persone e diventa desiderio di comunità. Una scuola oltre i confini che, anche nell’incertezza, ha saputo rilanciare con fantasia e professionalità il suo ruolo, cogliendo nella relazione il suo contesto d’azione. Perché l’educazione è pratica relazionale, frutto e generatrice di incontri, che tesse una trama di relazioni nella quale incontrare l’altro, riconoscerlo e accoglierlo.

Antonella Morgano

Avvenire, 12 ottobre 2021