UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Penny Wirton», l’educazione tra pari

La storia della scuola di italiano di Modena nata nel 2018 su intuizione di un gruppo di volontari della Caritas diocesana e sostenuta dai fondi dell’8xmille
8 Dicembre 2020

Nata nel 2018 su intuizione di un gruppo assiduo di volontari della Caritas diocesana, la scuola di italiano si inserisce del progetto «Legami che Liberano» finanziato con i fondi 8xmille della Cei. Questa scuola trae ispirazione dal pensiero di don Milani in quanto è gratuita e genera, attraverso l’insegnamento tra pari, processi di apprendimento della lingua italiana ma anche percorsi di autonomia e di vita.

Gestita interamente da volontari, la scuola passa a far parte della rete «Penny Wirton» a partire da giugno 2018 costituendosi come «Penny Wirton Modena». Claudia Vellani, che è stata insegnante d’italiano per ben 34 anni nelle scuole, ci racconta la nascita di un’esperienza ideata «in occasione dell’inaugurazione del Centro papa Francesco, nel 2017, quando mi sono resa disponibile a fare volontariato in questo luogo».

Secondo Claudia, la possibilità di fondare una scuola di italiano basata sull’insegnamento tra pari trae ispirazione da «un’esperienza già in corso a San Cesario, in provincia di Modena, grazie alla quale abbiamo conosciuto una realtà presente in tutte le regioni italiane». Le scuole «Penny Wirton» sono 50 circa e si riuniscono una volta all’anno a Roma. E malgrado la pandemia, si sono incontrate quest’anno in via telematica.

Tornando alla «Penny Wirton» di Modena, Claudia racconta come l’insegnamento tra pari dà vita a «relazioni all’interno delle quali emergono delle risorse dimenticate o che la persona non sapeva di avere» e aggiunge: «Ogni lezione richiama sempre qualcosa della lezione precedente. Quando non c’è una lingua di mediazione come l’inglese o il francese, è sempre difficile partire. In questi casi, gli esempi e le frasi tratte dalla vita quotidiana aiutano molto».

Per quanto riguarda il modo in cui gli alunni vivono la scuola, Claudia afferma: «Se potessimo confrontare il momento in cui uno di loro varca la soglia del Centro diurno e il dopo, possiamo notare come cambiano i loro sguardi durante il percorso». Oltre all’acquisizione di competenze linguistiche agevolata dalle conversazioni ed esercitazioni di grammatica, alcune situazioni richiedono «particolari approfondimenti sulla pronuncia di alcune sillabe».

In questi due anni e mezzo di «Penny Wirton», Claudia ha visto l’avvicendarsi di molte persone che, «inviate dal Centro d’ascolto della Caritas diocesana, hanno dimostrato il desiderio di mettersi in gioco, ottenere un lavoro dignitoso e sentirsi parte di una comunità». In sinergia con il Centro papa Francesco, la «Penny Wirton» trasforma l’apprendimento della lingua italiana verso «qualcosa di ortopedico – come affermato da Eraldo Affinati – un modo per guarire le ferite del passato»; e continua a farlo tutt’ora, attraverso la didattica a distanza, compensata da una vicinanza sempre più umana tra gli alunni e i volontari.

Estefano J. Soler Tamburrini

Nostro Tempo - Avvenire, 6 dicembre 2020