Si chiama PC4U ma non è una formula chimica. È semplicemente un elemento dell’universo solidale che si è messo in moto in questi periodi di difficoltà. «Il tutto è nato a fine maggio, appena terminato il primo lockdown, parlando con la mia sorellina che aveva finito la terza media: mi ha detto che per problemi economici molti suoi compagni non avevano strumenti adatti per seguire le lezioni a distanza e così ho deciso di impegnarmi per fornire nel mio piccolo una soluzione a molti studenti». Jacopo Rangone ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno al liceo Leonardo di Milano. È lui a capo del progetto che ha coinvolto i suoi coetanei, amici di lunga data e che condividono le stesse passioni, Matteo Mainetti del Leone XIII, Emanuele Sacco della sezione scientifica dei Salesiani e Pietro Cappellini grafico della stessa scuola.
PC4U sta per “pc for you”, «un personal computer per te», una piattaforma web su cui si mettono in collegamento studenti che hanno l’esigenza di un dispositivo per la didattica digitale a distanza – pc o tablet – e privati o aziende che dispongono di attrezzature informatiche usate, funzionanti ma inutilizzate. «Per prima cosa abbiamo realizzato questo sito molto semplice – nella schermata appare subito il pulsante 'dona' o 'ricevi' e una volta cliccato, si accede ad un form da compilare con le informazioni necessarie –, dove si può donare o ricevere dispositivi» prosegue Jacopo, soddisfatto dei risultati ottenuti. «Una recente indagine Istat dice che il 33,8% delle famiglie italiane non ha un pc o un tablet in casa e che il 57% dei ragazzi deve condividere un solo computer in famiglia. Un problema che va oltre il bisogno evidenziato dal periodo del Covid-19 perché la scuola sarà sempre più digitale e gli studenti avranno sempre più bisogno di supporti tecnologici per poter studiare», spiega ancora l’ideatore del progetto. «E anche noi che in famiglia non abbiamo grossi problemi – continua Jacopo – ci siamo imbattuti in diverse difficoltà a studiare con queste modalità».
«Siamo partiti da Milano, la nostra città, e dall’hinterland ma in poco tempo il numero di richieste è cresciuto e, purtroppo per i ragazzi che hanno bisogno degli apparecchi, più delle donazioni. Ora parliamo di centinaia di interventi», spiegano i ragazzi. «Facciamo tutto noi – riprendono i quattro diciottenni – : ritiriamo i dispositivi al domicilio di chi li dona, procediamo a un controllo del corretto funzionamento e, dopo una nuova inizializzazione, li consegniamo agli studenti che ne hanno bisogno». Ogni macchina viene sanificata. A riformattarla ci pensa Gabriele Grasso, l’esperto del settore. Il pc o il tablet poi viene accuratamente imballato e corredato con un biglietto del donatore per chi lo riceverà. Con il crescere di offerte e richieste, continua Jacopo, «abbiamo dovuto appoggiarci ad una cooperativa non profit per le riparazioni e a un’altra per le consegne fuori città, che vengono effettuate con un furgoncino».
Nelle ultime due settimane il gruppo ha affrontato 150 richieste ma altre centinaia ne sono arrivate, tanto da spingerli a cominciare una raccolta fondi partendo da diecimila euro per portarla a 15mila in modo da poter soddisfare tutte le esigenze. I “clienti” li contattano e spiegano la situazione familiare e l’eventuale difficoltà. Una volta arrivata la domanda il gruppo fa una ricerca per evitare che qualcuno approfitti dell’occasione e poi instaura sempre un rapporto con chi fa richiesta e chi dona. «Li contattiamo personalmente prima per mail poi su WhatsApp». E si viene così a conoscenza di storie toccanti e significative: dalla mamma che si recava al lavoro senza telefonino per lasciarlo alla figlia che doveva seguire le lezioni online, fino ai disagi di tante famiglie. «Andiamo orgogliosi di ciò che facciano – concludono –. Noi non doniamo solo uno strumento fisico, noi doniamo conoscenza». Per contattare i Jacopo Rangone e i suoi amici: https://pc4u.tech/
Monica Lucioni
Avvenire Milano, 3 dicembre 2020