“Le istituzioni educative cattoliche hanno la missione di offrire orizzonti aperti alla trascendenza, perché l’educazione cattolica ‘fa la differenza’ coltivando nei giovani i valori spirituali”. Lo dice Papa Francesco nel videomessaggio inviato, a conclusione dei lavori, ai partecipanti al congresso mondiale del Catholic International Education Office (Oiec), al Fordham University – Lincoln Campus di New York, sul tema “Educare all’umanesimo della fraternità per costruire una civiltà dell’amore”.
“Ricostruire l’umanesimo significa anche orientare il lavoro educativo verso le periferie, le periferie sociali e le periferie esistenziali – aggiunge -. Attraverso il servizio, l’incontro e l’accoglienza, si offrono opportunità ai più deboli e vulnerabili”. Il Papa mette poi in guardia dalla “dittatura dei risultati” che “minaccia il delicato compito dell’educazione”. “Essa considera la persona come un oggetto ‘da laboratorio’ e non ha interesse per la sua crescita integrale. Ignora altresì le sue difficoltà, i suoi sbagli, le sue paure, i suoi sogni, la sua libertà.
Questo approccio, dettato dalla logica della produzione e del consumo – osserva Francesco -, pone l’enfasi principalmente sull’economia e sembra equiparare artificialmente gli uomini alle macchine”. Per vincere questo ostacolo “occorre mettere al centro dell’azione educativa la persona nella sua integralità”. Per questo motivo, “l’educatore deve essere competente, qualificato e, al tempo stesso, ricco di umanità, capace di stare in mezzo agli studenti per promuovere la loro crescita umana e spirituale”. “L’educatore deve unire in sé qualità di insegnamento e capacità di attenzione e cura amorevole verso le persone”.
“L’umanesimo che le istituzioni educative cattoliche sono chiamate a costruire è quello che ‘propugna una visione della società centrata sulla persona umana e i suoi diritti inalienabili, sui valori della giustizia e della pace, su un corretto rapporto tra individui, società e Stato, nella logica della solidarietà e della sussidiarietà’”, afferma ancora il videomessaggio citando san Giovanni Paolo II. Una prospettiva umanistica che “oggi non può non comprendere l’educazione ecologica, che promuova una alleanza tra l’umanità e l’ambiente, nei diversi livelli dell’’equilibrio ecologico: quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio’”.
Una delle principali difficoltà che l’educazione incontra oggi, secondo il Papa, è “la diffusa tendenza alla decostruzione dell’umanesimo”. “L’individualismo e il consumismo generano una competizione che svilisce la cooperazione, offusca i valori comuni e mina alla radice le più basilari regole di convivenza – ha osservato -. Anche la cultura dell’indifferenza, che avvolge le relazioni tra le persone e i popoli, nonché la cura della casa comune, corrode il senso dell’umanesimo”. Per far fronte a questa decostruzione la via indicata da Francesco è “la sinergia delle diverse realtà educative”, tra cui la famiglia e gli educatori. L’obiettivo è quello di “aiutare i giovani ad essere costruttori attivi di un mondo più solidale e più pacifico”.
Sir, 8 giugno 2019
Leggi qui il testo completo del videomessaggio: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2019/documents/papa-francesco_20190608_videomessaggio-oiec.html