Saranno 49 da 29 diocesi i borsisti che domenica 14 luglio 2019 presenteranno i loro progetti all’incontro estivo del Centro universitario cattolico (Cuc) della Cei in programma a Perugia fino al 18. «Una ricerca particolarmente significativa – anticipa Roberto Presilla, coordinatore del Cuc – riguarda la catalogazione del patrimonio librario ebraico in Sicilia, per la quale la nostra borsista ha ricevuto anche un riconoscimento dal World Jewish Council». Il bando annuale del Cuc non pone vincoli sui progetti, a scelta del borsista, e copre quasi tutte le facoltà e le discipline.
«Ogni borsista – continua Presilla – presenta la ricerca agli altri in presenza del Comitato docenti. È sempre divertente vedere il fisico che spiega alla giurista o la storica dell’arte che cerca di coinvolgere il politologo: in questo modo ci si aiuta in una forma molto semplice di dialogo a partire da cose apparentemente banali, come i diversi standard metodologici. Negli ultimi 15 anni abbiamo avuto circa 300 borsisti, a fronte di più di 1.100 domande, coinvolte le principali università italiane e le diocesi. In alcuni casi il Cuc costituisce piccoli gruppi di ricerca su tematiche che interessano alla Chiesa in Italia. A questi gruppi hanno partecipato, tra docenti affermati e giovani ricercatori, circa 70 persone, affrontando temi come le imprese non profit e il bilancio sociale, la famiglia e le migrazioni, o l’educazione degli affetti nel contesto scolastico. Al cuore del progetto formativo del Cuc sta la percezione che la ricerca cresca nell’incontro e nel dialogo tra le persone».
Oltre alle borse di studio, la Cei promuove altre iniziative per gli universitari. «Stiamo già seguendo molteplici strade – spiega il direttore dell’Ufficio nazionale per l’Educazione, la scuola e l’università della Cei, Ernesto Diaco –. Lavoriamo in cappellanìe, associazioni e collegi universitari cattolici. Vogliamo coinvolgere studenti, docenti universitari e atenei. È importante valorizzare i giovani universitari e i ricercatori per le loro competenze e gli studi. L’attenzione non è solo spirituale o pastorale, ma anche culturale».
Graziella Melina
Avvenire, 9 luglio 2019