UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Spina: “La scuola è laica quando è aperta”

L’arcivescovo di Ancona-Osimo a un quotidiano locale sottolinea la funzione culturale dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola
15 Gennaio 2024

"La scuola è veramente laica quando sa rispettare tutto ciò che la storia e la cultura ci hanno tramandato. È  laicista quando toglie, è laica quando è aperta".

È una delle risposte di mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, alle domande di un quotidiano locale sull’insegnamento della religione cattolica nella scuola. Un insegnamento che, continua il pastore, “non è di tipo catechistico ma è culturale. Una realtà positiva e propositiva non solo per la conoscenza ma perché aiuta le nuove generazioni a una comprensione di sè e del mondo. Il Cristianesimo sa rispondere ai grandi enigmi che l’essere umano porta con sé”.

Per questo, “l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane raggiunge una percentuale di avvalenti molto alta. Per ciò che riguarda l’Arcidiocesi di Ancona e Osimo, le famiglie che si avvalgono di questo insegnamento superano l’85% del totale". Inoltre, “La nostra Diocesi ha circa il 14% di immigrati e molti di questi pur non essendo cattolici chiedono di frequentare l’ora di religione perché per avere una integrazione non si può prescindere da un dato anche religioso che l’Italia vive dal punto di vista storico e culturale da più di duemila anni”.

L’arcivescovo interviene anche sugli insegnanti: “Abbiamo dei docenti preparatissimi perché frequentano un regolare percorso universitario presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Non si può insegnare se non si ha una laurea quinquennale e se non si hanno conoscenze specifiche nel campo psico-pedagogico e di legislazione scolastica. Sono ottimi insegnanti che nella scuola danno una presenza e un sostegno a tutto il cammino culturale svolto dai ragazzi. È fondamentale avere questo contatto con i giovani per creare le buone relazioni e rispondere ai loro interrogativi. È un insegnamento per tutti, aperto a tutti, non esclude nessuno ed è un cammino aperto al dialogo interconfessionale, interreligioso e alla pace. Una via positiva e propositiva in un contesto multiculturale e multietnico”.