Milano è la città italiana con all’attivo più lezioni di cittadinanza attiva e digitale svolte dalle scuole sui temi dell’hate speech, ovvero i discorsi d’odio, e poi di bullismo e cyberbullismo, ma anche diritti e doveri online. Alla base di questo percorso, i dieci principi del 'Manifesto della comunicazione non ostile' creato dall’associazione Paole_Ostili, per migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in rete. Da qui è nata la prima piattaforma didattica digitale AncheIoInsegno.it, ideata da Parole O_Stili insieme al ministero dell’Istruzione che nel capoluogo lombardo ha trovato oltre 3.200 insegnanti che hanno già aderito, coinvolgendo 48mila studenti in percorsi didattici che li aiutano ad avere - anche se 'nativi digitali' - una maggiore consapevolezza della rete e a viverla nel modo più corretto. «Vogliamo essere ogni giorno al fianco degli insegnanti per contribuire alla formazione di cittadini digitali consapevoli, certi che l’educazione sia l’unica risposta per affrontare le sfide poste dal web in questo percorso di cambiamento culturale che ci attende', spiega Rosy Russo, fondatrice di Parole O_Stili.
Anche perché l’hate speech, il revenge porn e il body shaming sono tra i fenomeni che creano sempre più vittime, anche tra i giovanissimi. L’accelerazione della digitalizzazione tra i più piccoli in conseguenza alla pandemia e alla didattica a distanza impone che bambini e ragazzi sappiano riconoscere questi pericoli e affrontarli. Anche perché il virtuale è sempre più reale. L’augurio di Rosy Russo è che Milano «sia un modello per le altre città a cui ispirarsi: anche perché, secondo un nostro sondaggio, per due italiani su tre l’hate speech è una strada senza ritorno per tutti i bambini, ma anche gli adulti, che ne sono vittime». Se la presenza in rete di atteggiamenti offensivi e violenti caratterizza oggi una grossa fetta del modo di comunicare, il portale AncheIoInsegno raccoglie quasi 400 attività didattiche e percorsi di educazione civica - consultabili gratuitamente - da portare in classe per invertire culturalmente questa tendenza. Oltre a spiegare concetti come 'revenge porn e body shaming', «l’obiettivo è costruire in parallelo un percorso di educazione civica dei ragazzi. In classe portiamo la cittadinanza digitale, ma anche la Costituzione e temi legati alla sostenibilità».
La piattaforma attira tanti docenti sia per l’attualità dei temi, sia perché funziona come un social: i percorsi non solo si possono scaricare, ma anche caricare e condividere. Attraverso foto, video e spiegazioni si può mettere in comune le attività didattiche create o adattate ai propri alunni, condividendole con gli altri colleghi. «Inoltre, attraverso i filtri, è possibile cercare facilmente le attività da portare tra i banchi. Siamo fieri del successo che sta riscuotendo la piattaforma: lanciata a febbraio, ha ricevuto finora oltre 425mila interazioni su scala nazionale», conclude Russo.
Un progetto che ha trovato terreno fertile anche in Lombardia: con oltre 12mila insegnanti iscritti, è la regione più attiva nel sensibilizzare i più giovani a un uso corretto dei social. Dopo Milano, sul podio ci sono Bergamo e Brescia tra le province più 'virtuose' in classe contro i discorsi d’odio.
Luca Cereda
Avvenire Milano, 17 dicembre 2021