Sono circa 10mila i ragazzi che il 13 marzo scorso hanno affollato il santuario di San Gabriele dell’Addolorata (Teramo) e tutti gli spazi limitrofi, per ricordare i “100 giorni agli esami di maturità”. La manifestazione è giunta alla 37ª edizione. “Questa è una manifestazione unica in Italia, perché nata spontaneamente dagli studenti stessi. Non vedremo vescovi e cardinali ma frati che accolgono i ragazzi”, ricorda al Sir il rettore del santuario, padre Natale Panetta, responsabile della pastorale e quindi dei momenti di gioia e preghiera indicati per la giornata. “Non chiediamo ore e ore di preghiera, offriamo confessioni, messe e poi li lasciamo liberi per vivere con spensieratezza e gioia questa giornata”. “Pensiamo che uno come loro è stato studente tutta la vita”, le parole di padre Panetta riferite al santo ispiratore di questa manifestazione, san Gabriele, dal cui santuario i ragazzi torneranno nelle loro case e scuole con nella borsa penne, vocabolari, cellulari e tablet, benedetti dal balcone che si affaccia sulla piazza, a “colpi” di rami di ulivo intinti in una conca di rame colma di acqua santa.
“Tutti siamo alla ricerca della felicità”: padre Federico Di Saverio, parlando alle migliaia di ragazzi radunati nel santuario di San Gabriele, ha ricordato come a 15 anni aveva lasciato gli studi, travolto dai “luoghi comuni” della società. “Inseguivo soldi, svago, alcool, sesso, droga – sollevando brusio tra i tanti ragazzi per questo, messi a tacere immediatamente con il seguire dell’intervento – dobbiamo essere sinceri e io vi dico la mia verità”, le parole di padre Di Saverio, giovane passionista ordinato sacerdote da non molto tempo che ha aggiunto di essere stato sempre più triste fino all’incontro con Gesù “ma che ti eri fatto? Direte voi… Vi giuro che ero sobrio”. Un intervento allegro al ritmo dei ragazzi, attenti anche quando il passionista ha chiesto loro “fate della vostra vita un dono”, confessando apertamente di provarci anche lui ogni giorno, consapevole della difficoltà perché “dobbiamo fare i conti con la società corrotta che ci vuole far credere che la felicità è realizzare gli interessi personali”.
Tra le migliaia di studenti radunati per il tradizionale appuntamento dei “100 giorni” agli esami di maturità, ha portato la sua testimonianza padre Ciro Benedettini, passionista, rientrato nel santuario della diocesi di Teramo-Atri con l’incarico di direttore de “L’Eco di San Gabriele”, dopo essere stato per molti anni vicedirettore della Sala stampa vaticana. “È importante che questa occasione sia reale, genuina, sentita”, ha detto padre Benedettini, spiegando al Sir il senso dell’evento. Un momento importante perché spinge i giovani “a riflettere sulla loro vita, sulle decisioni che devono prendere”. E questo “senza rinunciare all’aspetto goliardico”. Padre Benedettini ha sottolineato come la tappa degli esami di maturità rappresenti per gli studenti “un bivio”. “Le confessioni più belle ai giovani – ha raccontato il padre passionista – io le ho fatte in questi momenti, perché i giovani riflettono profondamente sulla loro vita”.