Il nuovo anno accademico della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa), il settantottesimo, inizia nel ricordo del cardinale Attilio Nicora, presidente del consiglio di amministrazione fino alla sua scomparsa, nell’aprile scorso. È il successore, il cardinale Giovanni Lajolo, a presiedere la cerimonia di inaugurazione di ieri nell’aula magna dell’ateneo, assieme al rettore Francesco Bonini e ad Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo.
Un momento per ripensare ai traguardi raggiunti, con lo sguardo al futuro e la consapevolezza dello scopo originario e dei valori fondativi dell’istituzione. Portarli avanti nella società attuale è la sfida più urgente: «La Lumsa è nata per favorire la promozione umana, spirituale e culturale delle nuove generazioni – ricorda Lajolo –. Non è tra le università più vaste, ma è stata capace di distinguersi nel raggiungimento dell’eccellenza grazie a un dialogo continuo tra discenti e docenti. Nella vicinanza spirituale e adesione cordiale alla guida pastorale di papa Francesco». Lo stesso Pontefice, in un messaggio inviato dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ha voluto testimoniare l’importanza dell’università per la «formazione integrale della persona, nella piena consapevolezza che anche l’odierna società ha bisogno dell’apporto di cristiani capaci di tradurre in testimonianza di vita quanto hanno appreso».
Un compito portato avanti grazie a investimenti mirati, in grado di preservare la vocazione umanistica dell’ateneo accompagnandolo nelle sfide poste dall’attuale realtà universitaria: inserimento professionale, aggiornamento tecnologico e digitale, ricerca e capacità di dialogo con il mondo accademico e internazionale ed europeo. La Lumsa, come spiega Bonini, opera «in un clima di cambiamento culturale confuso, sul quale è nostra responsabilità intervenire attivamente. Per questo è necessario investire». Il rettore ricorda l’ampliamento delle strutture di Roma e Palermo e il riconoscimento da parte del Miur del carattere innovativo dei suoi tre dottorati di ricerca. Ad oggi sono oltre seimila gli studenti che hanno scelto uno tra i 17 corsi di laurea e gli oltre 40 master e corsi post-lauream della Lumsa. «Un’offerta formativa premiata dalla valutazione scientifica – sottolinea Bonini – la cosiddetta Vqr, che ha riscontrato eccellenti risultati nelle aree Business, Economia, Giurisprudenza, Psicologia, Scienze politiche e Scienze sociali». L’università sta investendo anche in internazionalizzazione, incrementando sia la capacità di attrarre sia quella di esportare e condividere competenze. Un tema al quale il management dell’ateneo crede molto e sulla cui centralità insiste anche Antonio Tajani: «I cittadini europei manifestano il loro malcontento a favore di forze estremiste e il motivo risiede nelle risposte offerte ai giovani. Immigrazione, lavoro e terrorismo non sono questioni risolvibili a livello nazionale, serve una reazione unitaria. La prima riforma da fare e quella del ritorno alla politica che rischia di essere sempre più debole e sconosciuta. Se sono i funzionari ad occuparsene è perché non ci sono politici adeguati. Le competenze tecniche senza un ritorno ai nostri valori non risolvono i problemi».
Matteo Marcelli
Avvenire, 28 novembre 2017