UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’omaggio degli studenti e l’arresto del boss

Alunni e docenti del liceo romano Visconti al pellegrinaggio della reliquia del beato Rosario Livatino nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola
23 Gennaio 2023

«Il male si può vincere, lo Stato può vincere quando ci crede, quando ogni uomo dello Stato ci mette tutto se stesso, quando si getta il cuore oltre l’ostacolo. Lo Stato può vincere e lo ha dimostrato oggi con la cattura di Matteo Messina Denaro. Oggi è una giornata eccezionale per lo Stato». Le parole del procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo sono state accompagnate dall’applauso degli studenti e dei docenti del liceo classico Ennio Quirino Visconti che, la mattina del 16 gennaio, hanno reso omaggio alla reliquia del beato Rosario Livatino nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Campo Marzio, dove è stata portata in occasione della prima peregrinatio romana.

L’arresto del capomafia di Castelvetrano Messina Denaro, catturato dopo una latitanza di oltre 30 anni, «chiude un cerchio aperto proprio con la morte di Rosario Livatino», ha aggiunto l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, oggi parlamentare europeo. Il magistrato, durante la sua carriera, ha lavorato a stretto contatto con Giovanni Falcone, ucciso con la moglie e gli uomini della scorta il 23 maggio 1992, appena due anni dopo Livatino. Il giudice palermitano «fu molto turbato dall’omicidio di Livatino – ha ricordato Roberti – tanto che spesso ripeteva che alcuni magistrati erano sovraesposti perché troppi erano quelli che si nascondevano». Ed è proprio grazie a chi negli anni non si è arreso che oggi «segniamo e festeggiamo una grande vittoria – le parole di Roberti – ma nonostante i tanti sforzi fatti, le mafie sono ancora forti perché si sono globalizzate ed estese all’estero. Oggi non uccide più perché si corrompe con più facilità». Un sistema che può essere scardinato per merito di persone come Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino che «avevano una concezione del potere come servizio per l’affermazione della giustizia e della verità animati dalla carità», ha rimarcato Roberti. Magistrati e servitori dello Stato che rappresentano «esempi concreti a cui ispirarci e che ci devono aiutare ad andare avanti», gli ha fatto eco Conzo.

La peregrinatio della camicia intrisa del sangue del primo magistrato proclamato beato nella storia della Chiesa, ucciso il 21 settembre 1990, coincide con la prima Settimana di cittadinanza e Costituzione promossa dal liceo Visconti. L’obiettivo è quello di «far comprendere agli studenti che la Costituzione è la nostra bussola – ha detto la dirigente scolastica Rita Pappalardo – e che l’educazione civica non può rimanere una disciplina secondaria o accessoria».

L’arrivo a Roma della reliquia è l’occasione per far conoscere agli studenti «la figura di un uomo che ha dedicato la sua vita alla legalità e al senso dello Stato fino al martirio», ha concluso la preside. La mattinata, moderata dalla giornalista Rai Roberta Serdoz, è stata aperta dalla visione di un video con alcune immagini di Livatino e l’audio originale di una conferenza tenuta dal magistrato il 7 aprile 1984 presso il Rotary Club di Canicattì sul ruolo del giudice nella società. Un uomo «straordinario – lo ha definito il rettore di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, il gesuita padre Vincenzo D’Adamo – che con impegno e sacrificio ha testimoniato cosa significhi dare la vita per gli altri e credere fino in fondo alla giustizia e alla verità».

Padre Massimo Nevola, superiore della comunità dei Gesuiti di Sant’Ignazio e insegnante di religione al liceo Visconti, ha sottolineato che l’incontro avvia «un processo educativo che vuole aiutare i ragazzi a scendere nell’anima della nostra Costituzione. La lotta alla mafia non deve essere contrastata solo a livello giuridico, deve partire dalla base. Dare a tutti l’opportunità di lavorare e di vivere onestamente del frutto del proprio lavoro darà un colpo mortale alle ingiustizie». La mattinata si è chiusa con un momento di silenzio richiesto dal vescovo ausiliare Daniele Libanori «in ricordo di tutti coloro che hanno dato la vita per amore della giustizia e per difendere i diritti dei più deboli».

Roberta Pumpo

Roma Sette, 22 gennaio 2023

L’omaggio dei ragazzi del liceo Ennio Quirino Visconti nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola (foto di Cristian Gennari)