UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le scuole riaperte e la pandemia. Non è il momento di lamentarsi

La riflessione a cuore aperto di un prof
15 Gennaio 2022

Che fatica normalmente riprendere l’anno scolastico dopo le vacanze di Natale, ma ancor più faticoso è ricominciare in questi giorni pieni di incertezze, di paure, di indicazioni e di controindicazioni, di presenza o in Dad! Il rientro in classe è stato segnato dall’aumento dei contagi, dalla crisi del sistema sanitario, dal caos tamponi, dalla scommessa sui vaccini, dal disorientamento della politica, da qualche Ffp2 regalata agli istituti, dalle regole un po’ 'fantasiose'...

Nonostante tutto, si ricomincia. Non è quindi il momento di lamentarsi! Visto che in aula ci stiamo comunque, in presenza o a distanza, dare il meglio di noi da docenti e trarre il meglio dagli studenti mette al bando le polemiche e ci richiede una rinnovata scommessa sull’educazione.

Allora, come ricominciare nel miglior modo possibile? In fondo la fatica iniziale può essere affrontata facilmente con un simile bagaglio alle spalle, poiché nella maggior parte dei casi portiamo con noi un bel carico prezioso: abbiamo sorriso, gioito, giocato, scherzato, pregato, sognato, amato e poi ci siamo meravigliati, emozionati, forse pure innamorati! Purtroppo, c’è anche chi ricomincia con un carico più pesante, perché la vita è stata più dura e dolorosa per vari motivi e per la pandemia; eppure, in tali situazioni, non sono mancati lo stesso quei gesti e quelle parole che hanno riempito il cuore, consolato un po’, alleggerito il peso. Tutto ciò, nel bene o nel male, non viene mai dimenticato, diventa memoria! Come in tutte le storie della 'buonanotte', quelle che ci raccontavano da piccoli a puntate, anche a scuola si riparte sempre da dove ci si è fermati, con il desiderio di conoscere qualcosa in più rispetto a prima, con la voglia di sapere come andrà a finire, con la certezza che nessuno si racconta da solo le storie e dunque la strada con il nostro pesante bagaglio si fa in compagnia e con una compagnia.

Ricominciamo, se necessario, rileggendo qualche buon augurio ricevuto, tra quelli scritti o detti proprio per noi oppure ascoltati in qualche bella predica natalizia, quasi fossero quelle canzoni che ci danno il ritmo della giornata, la colonna sonora necessaria, il passo giusto. E se il tempo di Natale ci ha ispirato qualche buona azione o un sincero gesto di solidarietà, riprendere la quotidianità avrà un sapore più dolce, poiché fare il bene fa sicuramente bene! Scrive Giacomo Leopardi nel 'Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere': Passeggere: Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Venditore: Speriamo. (…).

Quanti 'speriamo' che quest’anno sia migliore, a partire dai banchi di scuola o dalle nostre postazioni in Dad, consideriamo che tocca a noi essere migliori e dare al nuovo anno qualche speranza in più di miglioramento; se no, che senso avrebbe stare sui libri o davanti a un pc? Nulla ci cadrà dall’alto magicamente, ma tenere gli occhi e la mente aperti, le maniche sbracciate per lo studio e il lavoro, mentre svolgiamo il nostro dovere e viviamo appieno le relazioni scolastiche, ci darà la direzione giusta!

Marco Pappalardo

Avvenire, 14 gennaio 2022