UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’azione educativa deve aiutarci a costruire la pace

Mons. Baturi, segretario generale della CEI: la Chiesa raccoglie la domanda diffusa di educazione per amore dell’uomo e in ascolto di Cristo
1 Dicembre 2022

La parola formare indica, in senso proprio, l’azione del modellare, del ridurre un oggetto alla forma voluta. È l’arte del vasaio, che deve saper coniugare forza e delicatezza, decisione e grazia. In senso figurato, formare denota l’arte del far maturare una persona attraverso l’educazione e l’istruzione. Se l’aspirazione di ogni potere dispotico è quello di plasmare l’uomo secondo una forma prefissata, perché assuma le qualità più utili ai disegni di chi governa, l’obiettivo vero dell’educazione è trarre e sviluppare ciò che la persona ha di proprio, di autentico. La formazione è questione di realtà e di libertà. L’educazione vera, infatti, è apertura della mente e del cuore alla realtà nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni e significati, è “imparare ad imparare” dalla realtà.

La Chiesa avverte una decisa domanda di formazione autentica, che aiuti la persona a vivere in pienezza e a dare il proprio contributo al bene della comunità. Lo chiedono i genitori, preoccupati per il futuro dei propri figli, lo chiedono i giovani, che vogliono essere accompagnati nel cammino della vita, lo chiede la comunità sociale, il cui sviluppo esige fiducia e condivisione. È urgente forgiare un nuovo paradigma culturale, attraverso un patto educativo per e con i giovani, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni tutte nel formare persone mature.

Colpisce molto che proprio un anno fa papa Francesco abbia indicato l’educazione e l’istruzione quali fattori che “rendono la persona più libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace. Istruzione ed educazione sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso” (Messaggio per 55° Giornata Mondiale per la Pace, 1° gennaio 2022). L’azione educativa, attraverso la quale svolgiamo la formazione umana, culturale e sociale dei giovani, non serve solo alla trasmissione e costruzione dei saperi ma costituisce un’importante forma di edificazione sociale e promozione della pace. La ragione è che l’educazione vera suppone l’affermazione del valore assoluto dell’uomo, di ogni uomo, che deve essere accolto e rispettato come un dato in nessun modo manipolabile, insieme alla stima per la grandezza della sua coscienza.

L’educazione contribuisce alla costruzione della pace proprio riconoscendo la centralità della singola persona con le domande di senso che la costituiscono, affermando e difendendo il diritto essenziale dei genitori di scegliere liberamente, secondo le proprie convinzioni, il tipo di educazione da proporre ai figli, sviluppando la capacità critica dei giovani nei riguardi delle questioni che interpellano maggiormente la vita personale e sociale, svolgendo la prassi del dialogo e del confronto. Per la Chiesa, raccogliere questa domanda di educazione con l’organizzazione di scuole, centri universitari, attività culturali, significa esprimere un autentico amore all’uomo che sgorga dall’ascolto di Cristo, il Maestro buono e sapiente.

Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI

Avvenire, 27 novembre 2022