Omelia di esordio del pontificato di papa Francesco, 19 marzo di sei anni fa. Nella ricorrenza di san Giuseppe, il nuovo papa da sei giorni sul soglio di Pietro, parla come da tradizione della “vocazione del custodire” ma poi, in modo non scontato, allarga la riflessione alla custodia della bellezza del creato, al rispetto di ogni creatura, alla difesa dell’ambiente. Ma nell’ambiente vivono le persone, comprese quelle più fragili, quelle piegate dalle sofferenza, quella che sono «nella periferia del nostro cuore », come dice il Papa. E anche a loro, spiega, si deve estendere la vocazione della custodia in una logica che collega strettamente uomo e ambiente. È la prospettiva dell’ecologia integrale che Francesco svilupperà due anni dopo nella Laudato si’ e che poi verrà ripresa in tante occasioni. In modo più specifico durante l’ultimo Sinodo dedicato ai giovani (ottobre 2018) e poi nel corso della Gmg di Panama, nel gennaio di quest’anno, quando prenderà corpo la “generazione Laudato si’” con un progetto dedicato, il “Laudato si’ project”, iniziativa di ricerca permanente sostenuta dall’Università Cattolica con l’impegno diretto dell’assistente ecclesiastico generale, il vescovo Claudio Giuliodori.
In questo percorso che segna la rivoluzione ecologica della Chiesa si inserisce adesso il master in “Educazione e gestione ambientale” organizzato nell’ambito dell’Alta scuola per l’ambiente della Cattolica. Venerdì scorso, nel giorno del climate chage strike, docenti e studenti si sono ritrovati sul lago d’Iseo, a Monticelli Brusati, nel Bresciano, per un evento, “Giovani per la casa comune. Ecologia integrale, sostenibilità”, che è servito a testimoniare le buone pratiche per affrontare i cambiamenti ecosistemici in atto, le ricerche sull’adattamento climatico, sulla sostenibilità anche secondo una prospettiva di genere. I territori prescelti, le aree intorno al lago di Garda e al lago d’Iseo, sono il campo entro cui si sviluppa l’attività formativa e didattica del master.
Accanto a docenti e studenti, alcune realtà economiche di spiccata sensibilità ambientale. In prima linea Villa Franciacorta (azienda vitivinicola che ha ospitato l’evento),Fondazione Tovini, Fondazione Ubi Banco di Brescia. Un’alleanza voluta dal direttore dell’Alta scuola per l’ambiente, Pierluigi Malavasi, perché parlare di green marketing, di cibo sicuro, di sprechi alimentari, di consumi sostenibili, di turismo esperienziale significa incontrare i volti delle persone impegnate sul territorio e fare in modo che la realtà della conversione ecologica sia davvero in azione. Gli esperti intervenuti – tra gli altri Luigi Pati, presidente della Facoltà di scienze della formazione della Cattolica; Ilaria Beretta, docente di sociologia dell’ambiente e del territorio; Simona Sandrini, Caterina Braga e Caterina Calabria, docenti dell’Alta scuola per l’ambiente, oltre al vescovo Giuliodori – hanno messo in luce come la sollecitazione del Papa rivolta allo sviluppo di una nuova “spiritualità ecologica” deve tradursi in azioni concrete per affrontare i crescenti impatti ambientali, sociali ed economici provocati da un modello distorto di progresso. Politica e formazione centrate sulla circolarità stanno generando posti di lavoro e valore economico. Il paradigma dell’economia circolare, su cui si focalizza il master su può essere applicato nel campo della conoscenza.
Circolarità vuol dire non perdere risorse utili e ambire a una gestione efficiente di valori. Anzitutto dell’umanesimo, che irradia i valori del rispetto delle persone ed implica il riconoscimento delle differenze, delle civiltà degli altri e della civiltà comune. Qui torna la prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato si’. E cioè la connessione di conoscenze scientifiche, competenze operative, disposizioni interiori. Così la rivoluzione targata Laudato si’ diventa stile di vita, progetto e speranza.
Luciano Moia
Avvenire, 20 marzo 2019