L’ imposizione, per avere il contributo regionale, di una polizza fideiussoria a carico di ciascuna scuola; la scelta di diversi comuni di escludere le paritarie dai fondi destinati alle scuole del territorio; la difficoltà ad avere chiarezza, nonostante la recente legge finanziaria regionale, sui contributi previsti per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, oltre al ritardo nell’erogazione dei fondi programmati. Sono i punti su cui le scuole paritarie sarde, ospiti del Centro di spiritualità delle suore Giuseppine a Donigala Fenughedu (Oristano) con oltre 150 rappresentanti, hanno chiesto risposte all’assessorato regionale alla Pubblica istruzione, rappresentato dal direttore generale e dal consulente dell’assessore Giuseppe Dessena. 'Da problema a risorsa per la Sardegna' il tema dell’incontro, organizzato dalla Conferenza episcopale sarda, presente con il suo presidente Arrigo Miglio, col vice presiedente Ignazio Sanna e con il vescovo di Lanusei Antonello Mura, quest’ultimo delegato episcopale per l’Educazione, la scuola e l’università insieme al coordinatore Attilio Mastino.
Marcella Addis, presidente regionale Fism, ha fatto il punto sui dati in Sardegna, dove oggi le scuole sono poco meno di 250, con circa 800 tra docenti e ausiliari e quasi 10mila alunni: numeri importanti che meritano attenzione e interventi di sostegno. In realtà, come è emerso dalle parole dei rappresentanti delle scuole, ci sono invece molte questioni irrisolte. Di qui l’appello unitario: le scuole paritarie sarde ritengono di essere all’altezza di un programma “qualità” che l’assessorato persegue e che giustifica l’elargizione in questi anni da parte della Regione di circa 18 milioni di euro annuali, i quali tuttavia – suddivisi per ciascuna scuola – riescono a raggiungere comunque meno del 50% delle spese annuali. Senza dimenticare, come ha dimostrato il recente rapporto nazionale, che lo Stato spende attualmente per le paritarie in totale 492 milioni, mentre se esse chiudessero la cifra a suo carico sarebbe di 6 miliardi e mezzo.
Giovanni Idili
Avvenire, 19 maggio 2018