UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La stretta di Valditara sul bullismo: «Lavori utili, non sospensioni»

Il ministro dell’Istruzione: «Tenere a casa un ragazzo non serve a nulla. Più scuola e più impegno». Al vaglio anche i criteri del voto di condotta
29 Giugno 2023

Dopo il caso di Rovigo, che ha richiesto l’intervento dello stesso Valditara per abbassare i voti in condotta dei due ragazzi che hanno “impallinato” la prof, è il ministro dell’Istruzione a tracciare la strada per «una scuola che promuova la cultura del rispetto». Lo ha fatto ieri pomeriggio, interrogato dall’onorevole leghista Rossano Sasso nel question time alla Camera: «Con il mio staff abbiamo ripensato l’istituto della sospensione. Tenere a casa un ragazzo non serve a nulla. Abbiamo immaginato invece attività di cittadinanza solidale per chi si rende responsabile di atti di bullismo».

Qualche ora prima, in un’intervista televisiva, il ministro era apparso persino più netto, parlando di «lavori socialmente utili». In altre parole, come per il carcere, la “pena” inflitta agli studenti responsabili di atti di bullismo dovrà far propria una funzione rieducativa e riabilitativa. Ma, per adesso, non è chiaro quali saranno le attività di «cittadinanza sociale» previste per gli scolari da «responsabilizzare»: il ministro ha parlato genericamente di «più scuola, più impegno e più studio». «Annunceremo presto queste misure - assicura Valditara -. Aver dato un segnale di rigore e serietà è un’inversione di tendenza importante per quei tanti docenti che tutti i giorni fanno il lavoro più bello del mondo». Il titolare del dicastero pare, infine, voler agire anche sui criteri del voto di condotta al quale - sostiene - occorre «ridare valore».

Solo in parte, i sindacati scolastici condividono la linea del ministro. «Le sospensioni vanno riviste e su questo il ministro ha ragione - dichiara Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola -, ma i lavori socialmente utili non possono essere la soluzione». L’impatto di una tale azione punitiva, secondo le associazioni di categoria, potrebbe avere conseguenze negative sull’intero percorso educativo degli studenti coinvolti. Non solo. Rischierebbe di esporli a rischi maggiori anche al di fuori delle aule, aumentando persino le chance di interruzione degli studi. «La scuola è lo spazio in cui gli studenti possono apprendere - chiosa D’Aprile -, non un luogo di pena». In attesa dei provvedimenti annunciati, i sindacati invitano il ministero ad agire per il recupero del «rispetto verso il personale della scuola».

Intanto, Valditara è tornato anche sull’annoso tema dell’orientamento scolastico. E sulla nuova figura dei docenti tutor, che hanno il compito di accompagnare gli scolari nella scoperta quotidiana delle proprie attitudini. Per loro, il ministro ha stanziato un fondo specifico da 150 milioni di euro per il solo 2023. «Queste risorse - precisa Valditara - possono essere finalizzate esclusivamente a remunerare le prestazioni dei docenti chiamati a svolgere la funzione di tutor». Si tratterà, per ora, di un «emolumento accessorio» ma in futuro - assicura - «dovrà essere regolato in sede contrattuale».

Andrea Ceredani

Avvenire, 29 giugno 2023