“L’emergenza del coronavirus ha destrutturato la nostra vita ordinaria, quella delle istituzioni e del mondo produttivo. L’istituzione più colpita è stata senza dubbio la scuola, mantenuta in vita, grazie agli encomiabili sforzi dei docenti e dirigenti scolastici, con la cosiddetta didattica a distanza che ha mostrato le sue grandi potenzialità, ma, comprensibilmente, anche i suoi limiti, soprattutto per gli alunni più giovani”.
Inizia così l’ampio documento diffuso nei giorni scorsi dai componenti dell’ex Comitato scientifico nazionale per l'attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo dell'insegnamento nel primo ciclo di Istruzione, organismo presieduto dal prof. Italo Fiorin e non più ricostituito dopo la scadenza dell’incarico ad agosto 2019.
“Crediamo – scrivono i firmatari – che l’apporto di più voci possa aiutare a reperire soluzioni ampiamente condivise e più rispondenti ai bisogni degli allievi, dei docenti e degli stessi genitori, anche nella prospettiva della ripresa delle attività nel prossimo anno scolastico”.
Sono molti i temi affrontati: dall’ambiente di apprendimento al curricolo, dalla valutazione al ruolo delle famiglie e della didattica con i media digitali. A questo proposito, si ricorda che “educazione a distanza non è sinonimo di esclusiva educazione digitale e, quindi, molte attività si possono svolgere utilizzando diversi linguaggi e materiali: letture, scritture, disegni, audio, video, ma anche compiti pratici, manipolazione di oggetti, costruzione di manufatti legati a temi di studio, problemi in forma di gioco, tenuta di diari autobiografici... In sintesi, anche nella didattica a distanza è opportuno valorizzare e potenziare l’apprendimento attivo, la problematizzazione, la riflessione, la contestualizzazione nell’esperienza”.
Un’attenzione particolare è posta sull’impegno ad evitare nuove forme di esclusione e diseguaglianza, così come al potenziamento della “comunità educante”. Sull’esame conclusivo del primo ciclo si esprime perplessità davanti alla previsione del legislatore di “eliminare, a differenza di quanto è stabilito per il secondo ciclo, un momento finale, di valore anche formativo e simbolico, in cui il candidato sostenga, sia pure in modalità telematica, un breve colloquio di fronte al consiglio di classe ed al dirigente scolastico”. Il suggerimento è quello di “mantenere una forma di incontro – a distanza o, se le condizioni lo permettessero, in presenza - del candidato con il proprio consiglio di classe per presentare il lavoro predisposto, dare conto del significato delle attività svolte anche a distanza, consentire un saluto ed un dialogo sulle prospettive di impegno futuro dell’allievo. Questo breve colloquio avrebbe il significato di un impegno di responsabilità da assumere, anche in un periodo di emergenza, di fronte ai propri insegnanti, che oltretutto possono restituire valore al percorso formativo svolto”.
In allegato il testo integrale del documento.