UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La scuola del piccolo borgo campano? Resta aperta grazie ai figli dei migranti

A Magliano Vetere sei bambini provenienti dal Burkina Faso hanno consentito con la loro presenza di non far chiudere l’asilo e le elementari
9 Ottobre 2023

Sei bambini africani, figli di genitori provenienti dal Burkina Faso, hanno consentito a Magliano Vetere, un comune di 600 abitanti del Cilento, di tenere in vita con la loro presenza l’asilo e la scuola elementare. E forse nemmeno lo sanno. Intanto, giorno dopo giorno, prendono sempre più confidenza con i propri compagni di classe italiani.

Ogni anno, come accade in tanti altri comuni delle aree interne, il rischio chiusura è dietro l’angolo: si raggiungerà il numero minimo per formare le classi? In caso contrario, i bambini di Magliano Vetere dovranno studiare nelle scuole dei paesi vicini, anch’esse costrette sempre a fare i conti con gli esegui numeri delle iscrizioni. A dare una mano, nel caso di questo piccolo borgo del Cilento tra le valli dei fiumi Calore Lucano e Alento, è intervenuto il progetto Sai (Sistema accoglienza integrazione) con le opportunità che offre ai migranti che sono accolti e alle stesse comunità che decidono di ospitarli.

La scuola di Magliano Vetere è un classico esempio di multiculturalismo: tra i figli degli abitanti di questo centro in provincia di Salerno e quelli dei migranti africani e di alcuni rifugiati ucraini c’è, infatti, un perfetto bilanciamento. Presto arriveranno in paese altri migranti, e con essi nuovi alunni. «Senza una scuola, una comunità può dirsi morta», commenta il preside, Bruno Bonfrisco, che aggiunge: «Sorprende osservare l’educazione esemplare di questi bambini, perfettamente integrati nel contesto scolastico in cui sono entrati solo da poco. Giocano con i propri compagni di scuola, socializzano con una facilità impressionante… Come spesso accade in casi del genere, tra i genitori dei miei alunni e gli abitanti di Magliano Vetere serpeggiava un certo scetticismo sui nuovi arrivati dall’Africa. Inutile dire che in poco tempo questo scetticismo si è trasformato in contentezza per il loro arrivo in paese».

Bonfrisco è uno di quei presidi a capo di varie scuole. «Percorro anche 100 chilometri per recarmi da un istituto all’altro – racconta –. In poche ore passo dai centri più grandi del Cilento a realtà come Magliano Vetere, dove ogni anno si spera di avere il numero minimo per tenere in vita la scuola. Credo che chi si è trovato finora a governare il Paese manchi di una visione territoriale e si limiti a guardare all’istruzione in termini puramente economici. Bisogna mettere mano a una riforma che guardi alle esigenze dei piccoli centri: le norme in vigore non tengono conto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e di contesti diversi da quelli cittadini».

Prima di spuntarla, il Comune di Magliano Vetere ha partecipato tre volte ai bandi Sai. Da tre anni il progetto di accoglienza e integrazione dei migranti procede spedito, e va ben oltre la necessità di tenere in vita le scuole del paese. «È chiaro che l’arrivo dei migranti ci aiuti a tenere aperte le nostre scuole e questo ci fa felici – dice il sindaco, Adriano Piano –. Ospitare i migranti non significa solo accoglierli, ma anche farli diventare a tutti gli effetti parte della nostra comunità. I loro figli andranno a scuola qui. Nel frattempo, i loro genitori vivranno e lavoreranno qui, e qui spenderanno i soldi che guadagneranno, magari parteciperanno ai nostri progetti per ridare slancio al paese: il ponte tibetano, i percorsi di trekking, alberghi per un turismo a basso costo e all’insegna dell’ambiente…». Intanto, tra una lezione e l’altra, i bambini africani giocano con i propri compagni, contenti di vivere a Magliano Vetere.

Antonio Averaimo

Avvenire, 6 ottobre 2023