Dopo la rigenerante e distensiva pausa estiva per gli studenti, le loro famiglie, gli insegnanti e il personale non docente, si riapre la scuola: esperienza forte e intensa che chiama in causa le migliori energie educative propria di una società.
Come vescovo, responsabile della comunità cristiana di Cesena-Sarsina, sento il dovere di rivolgere a tutti una parola di incoraggiamento. Un anno in cui si riaprono le porte della scuola non va vissuto come una stanca ripetizione di un evento che ritorna regolarmente e che va avanti quasi per inerzia. Sia invece, questo nuovo anno scolastico, nuovo davvero. Nuovo in tutti i sensi e non solo perché magari nella classe si aggiungono altri compagni o cambiano alcuni insegnanti o ci si trasferisce in ambienti nuovi. Nuovo, piuttosto, perché da parte di tutti ci deve essere l’impegno di cogliere questo tempo come provvidenziale per una decisiva svolta nella crescita personale, umana, culturale, relazionale e sociale.
Come vescovo, in sintonia con l’ufficio diocesano per la pastorale scolastica, con gli insegnanti di religione, registro l’esigenza di dare come Chiesa il nostro contributo perché la scuola risponda adeguatamente alle sue finalità: per una maturazione integrale dei ragazzi, dove anche la dimensione religiosa e spirituale trovi la sua giusta collocazione. La nostra presenza nella scuola ha solo questo scopo: aiutare i ragazzi a diventare uomini e donne capaci di affrontare le sfide della società ed essere buoni cittadini.
I ragazzi che sceglieranno di assistere alle lezioni della religione cattolica avranno – anche quest’anno - un’occasione in più per mettere a fuoco e approfondire la religione nel suo porsi come risposta alle domande, ai dubbi, ai problemi sempre nuovi della vita sociale ed ecclesiale di oggi. Anche per chi professa un altro ‘credo’, l’ora di religione può essere un’opportunità per favorire un dialogo e un confronto costruttivo, utile e proficuo.
Il tempo scolastico, esteso da metà settembre a metà giugno, copre gran parte delle giornate dei nostri ragazzi e degli insegnanti. Non è una parentesi della vita. Non è uno scampolo o un residuo di esistenza umana. E’ davvero una palestra di vita, ne segna e ne condiziona i ritmi. Va preso sul serio. Lo dimostra il fatto che quando noi adulti ci si ritrova e si ritorna ai tempi della giovinezza, i discorsi cadono sempre sulla scuola e sulle esperienze fatte in quell’ambito. La scuola, insieme alle altre agenzie educative, è una palestra di vita. A scuola si gettano le basi per il proprio futuro.
Per questo sono lieto di rivolgere a tutti un augurio: viviamo al meglio questo anno scolastico con i suoi impegni e le sue attività educative per costruire insieme una società più bella e più unita.
+ Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina