La didattica a distanza non ha colto impreparati gli alunni della scuola primaria di Borgo Val di Taro, paese di nemmeno settemila abitanti, sull’Appennino emiliano, in provincia di Parma. Già da 17 anni – ben prima, dunque, del Covid-19 – nel programma sono comprese lezioni di informatica e di tecnologia grazie alla passione e alle competenze sviluppate in questo campo dal maestro Italo Ravenna, 52 anni, da 26 insegnante elementare. Per gli scolari, abituati a utilizzare computer e tablet per le lezioni online – che vanno ad integrare quelle in aula – è stato abbastanza “naturale” adattarsi alla nuova condizione imposta dalla pandemia. Ma il maestro Italo – formatore di insegnanti dal 2000 e animatore digitale del Ministero dell’Istruzione – non si è accontentato e ha voluto implementare il progetto per coinvolgere gli alunni della Valtaro, Valceno, Val Nure e Val d’Arda. Un territorio montagnoso costituito da piccole scuole, alcune con pluriclassi, tutte altamente informatizzate.
Qui, grazie agli investimenti della Regione Emilia-Romagna per le aree interne, la banda larga è già realtà da almeno tre anni. Così, prendendo a prestito l’idea del John Lennon Educational Bus – il pullman che 23 anni fa viaggiava per le strade degli Stati Uniti e permetteva ai giovani di salire a bordo per registrare la propria musica – Italo Ravenna ha avviato il Digital School Bus, un minivan completamente attrezzato e totalmente ecologico, con cui gira il territorio coinvolgendo insegnanti e alunni in progetti innovativi e digitali, come far volare un drone, utilizzare visori di realtà aumentata per vivere esperienze tridimensionali virtuali o un robot rover per simulare la perlustrazione della superficie di un pianeta – simile al famoso Perseverance impiegato su Marte – o una telecamera per costruire video d’impatto e innovativi. L’iniziativa è finanziata con 375mila euro nell’ambito del progetto Appennino Smart e Aree interne dell’Emilia Romagna.
«Grazie all’orario potenziato – spiega l’insegnante – svolgiamo lezioni di tecnologia dall’infanzia alla secondaria, garantendo agli alunni la continuità didattica su un tema decisivo per la loro formazione. Le ricadute sono evidenti e importanti – aggiunge Ravenna – soprattutto sul versante dell’approccio a un utilizzo consapevole di computer, tablet e smartphone. Noi la prevenzione del cyberbullismo la facciamo da tempo, con ottimi risultati». L’innovazione didattica introdotta dal maestro Italo sta contribuendo anche a rilanciare un territorio, quello dell’Appennino emiliano, da molti anni, come tutte le aree di montagna, alle prese con la piaga dello spopolamento. Da quando l’informatica è entrata nelle scuole, le iscrizioni sono aumentate e nuove famiglie hanno deciso di trasferirsi dalle città per abitare nelle “terre alte”. Una storia di rinascita che i ragazzi racconteranno con video-interviste realizzate durante quest’anno scolastico. A bordo del pulmino super-tecnologico, percorreranno valli e paesi alla ricerca di aneddoti della tradizione contadina.
«Vogliamo raccontare la nostra storia in modo diverso», sottolinea il maestro. Che, anche a distanza di tanti anni, è ricordato con stima e gratitudine dai propri studenti. «Qualche tempo fa – racconta Ravenna – mi ha chiamato un ex-alunno, neo laureato in tecnologia informatica, che mi ha ringraziato per le nozioni apprese alle elementari che, ha detto, sono state la molla che gli ha fatto scattare la passione per la tecnologia».
Paolo Ferrario
Avvenire, 25 novembre 2021