«Siate desiderio! Siate affamati di verità e curiosi di senso, non arrendetevi all’idea che questo anno sia stato perso perché perso è solo il tempo che spendiamo nella paura di non farcela. Non fatevi illudere dalla cultura a basso costo e sappiate interpretare le forme 'a distanza' come sola impossibilità di raggiungere e condividere spazi comuni: la scuola non può creare distanze e a voi spetterà il compito di non lasciare nessuno indietro». Lo chiede il vescovo di Cassano all’Jonio, Francesco Savino, in una lettera ai giovani. O meglio, «al cuore dei giovani» come tiene a sottolineare. È un messaggio agli studenti ma pure ad adolescenti e ragazzi chiamati a vivere la quotidianità in una fase d’emergenza storica, tanto grave quanto inattesa.
«La pandemia - ha aggiunto il presule - vi ha tolto qualcosa d’incommensurabilmente grande: la gioia della condivisione, il profumo degli abbracci, gli occhi dell’altro, i ritardi in entrata a scuola o l’attesa del suono della campanella, i motorini senza o col casco e le chiacchiere davanti a un falò. Sapete però di cosa non potrà mai privarvi? Della capacità di desiderare, di fare d’una privazione necessaria l’occasione per cogliere la sfida del nostro tempo, quell’irriducibile senso del vero e quella verità del senso che fa tenere il fiato sospeso dal dischetto, che fa muovere la rete del canestro allo scadere del tempo, che fa girare il mondo sulle punte dell’armonia della danza come ha scritto Don Milani “se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”».
Monsignor Savino richiama le parole di papa Francesco nell’omelia per la Giornata mondiale della gioventù. «Cari giovani, fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia». E conclude: «Sappiate amare le vostre scelte».
Domenico Marino
Avvenire, 3 febbraio 2021