Dare un nome alle cose, capire chi si vuole essere prima ancora di che cosa si vuole fare nella vita. Il potere euristico della filosofia si è messo al servizio di 200 ragazzi dai 14 e i 16 anni che frequentano le classi del biennio all’Itis Galiei-Luxemburg di Milano. L’istituto milanese è il primo ad aver sperimento quest’anno l’idea di portare fra i banchi di una scuola tecnico anche alcune delle domande esistenziali della storia del pensiero occidentale per combattere la dispersione scolastica: il tutto grazie al progetto 'La ragione che unisce: esperienze di filosofia nei corsi tecnico professionali'.
L’esito dell’iniziativa all’istituto di via Paravia 31 è stato illustrato dalla dirigente scolastica Anna Maria Borando. La preside, docente con una formazione filosofica, ha introdotto i lavori e le riflessioni preparate dagli studenti per i compagni, i docenti e i genitori, coadiuvata dalla professoressa Paola Muller del dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica. «Nel corso dell’anno scolastico – ha spiegato Borando –, alcuni docenti dei percorsi tecnici hanno sperimentato la metodologia filosofica nelle classi del biennio (prima e seconda), sostenendo la motivazione dei ragazzi». Anche chi ha scelto di fare un percorso professionale, in questo modo, è entrato in contatto con la materia che più di tutte amplia lo spirito critico. «La filosofia che abbiamo proposto ai ragazzi non è quella che si studia tradizionalmente nei licei o all’università – ha aggiunto Muller – si trattato piuttosto fare uso del metodo filosofico, stimolando la riflessione sulle cose, con un approccio che vede lo studente più come una persona su cui investire che come un vaso da riempire di nozioni».
Oltre ad offrire ai ragazzi un momento di confronto e condivisione dei risultati raggiunti, l’incontro è servito a definire l’iniziativa che l’istituto porterà avanti anche l’anno prossimo. Fra i partner della seconda edizione resterà la Cattolica, che da qualche anno ha avviato un percorso analogo portando questa materia anche nelle scuole elementari. «Siamo partiti con una classe sola e dopo solo due anni siamo pronti a portare il nostro progetto in 10 classi, fra Lombardia e Piemonte », ha raccontato Muller, illustrando il progetto dell’ateneo, dal titolo 'Quando i bambini fanno ooh'.
Sofia Rossi
Avvenire Milano, 2 giugno 2018